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"I bambini hanno esagerato coi videogames durante il lockdown”, l’allarme del New York Times

Una famiglia statunitense si scaglia contro videogiochi e tecnologia, senza lasciare spazio a quanto di buono abbiano fatto per alleviare la solitudine durante il lockdown

IGN

Da quando la pandemia da Covid-19 ci ha costretti a riconsiderare il nostro modo di vivere, il mondo sembra essersi improvvisamente ribaltato. I canoni della socializzazione e dell’interazione tra persone sono stati sostituiti dagli schermi di computer e dispositivi mobili che ci hanno permesso di restare in contatto con tutto ciò che accade fuori dalle proprie mura domestiche. Specialmente i più giovani hanno trovato rifugio sicuro nel mondo dei videogiochi, dove hanno potuto continuare a incontrare amici e compagni senza mettere a rischio la propria salute. Ma non tutti sembra la pensino così: qualche giorno fa, il New York Times ha pubblicato in prima pagina un articolo incentrato sul come i bambini stiano trascorrendo troppo tempo giocando ai videogames durante il lockdown.

L'articolo, che offre il punto di vista di una famiglia statunitense, cita alcuni esperti e presenta diversi numeri allarmanti senza però menzionare in alcun modo il supporto che videogame e internet abbiano donato a migliaia di persone, per rimanere in contatto e mentalmente stabili durante questo periodo terribile e come dichiarato pubblicamente dalla stessa Organizzazione Mondiale per la Sanità.

L'intero post gira dunque intorno alle vicende di questo piccolo nucleo familiare che, come tanti, sta attualmente lottando durante la pandemia. Il proprio figlio utilizza i videogiochi per connettersi con i suoi amici e i due genitori sono preoccupati per la quantità di tempo trascorsa davanti allo schermo, sebbene consapevoli di come questo sia uno dei pochi modi a disposizione per socializzare in sicurezza.  L'articolo infatti si apre letteralmente con una citazione del padre sul come senta di aver "fallito" nel suo ruolo di genitore, proprio perché il bambino gioca ai videogiochi e usa il suo telefono.

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L'articolo continua purtroppo a inveire su quanto potenzialmente malsano e pericoloso sia questo stile di vita per i più giovani, di come questi debbano trascorrere meno tempo non connessi al proprio computer e di come giochino troppo, specialmente a giochi come Roblox. "Cosa farai quando sarai sposato e stressato? Dirai a tua moglie che devi giocare alla Xbox?", cita testualmente la madre in un paragrafo, alludendo ad un fatto spiacevole occorso durante lo scorso Capodanno, in cui dopo la morte del loro cane, il bambino abbia usato i videogiochi per distogliere la sua mente dalla tristezza.

Il report ha generato tante perplessità, sul perché di tanta frustrazione sulla prima pagina del New York Times, presentata in un articolo che inquadra il mondo videoludico e la tecnologia come oggetti pericolosi e che creano dipendenza, tenendo migliaia di giovani prigionieri.

Questa non è certamente la prima volta che il settore dei videogame viene attaccato così apertamente senza mezzi termini, né tantomeno evidenzianone gli indiscutibili pregi. Ci sono motivi per preoccuparsi di quanto tempo passiamo tutti online? Probabilmente sì. Ma Il mondo sta combattendo una pandemia globale che sta uccidendo migliaia di persone ogni giorno. Molti di noi sono intrappolati dentro, affrontando tutto lo stress e la noia che comporta. In tutto questo, la gente continua a lavorare, andare a scuola, crescere i bambini e affrontare centinaia di altri problemi. Siamo proprio sicuri che i videogiochi siano davvero tanto distruttivi?

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