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“Senza videogiochi rischio di perdere la mia vita sociale”: l’appello del papà non vedente

Il 28enne gallese David Barry, che ha perso la vista a causa di una patologia rara, ha lanciato un messaggio d’allarme al mondo videoludico per aiutarlo a non perdere le sue passioni

IGN

Il mondo ha messo ultimamente le persone davanti a sfide incredibili, prima fra tutte la lotta per mantenere vive le proprie relazioni sociali, che la pandemia a causa del Covid-19 ha esacerbato oltre ogni limite. Purtroppo però, non è solo il virus a causare enormi disagi, visto che tante persone si trovano a dover fronteggiare altre complesse patologie: è il caso di David Barry, 28enne gallese che ha iniziato a diventare non vedente all’età di 25 anni e che adesso teme che questa condizione gli chiuda la sua unica finestra sul mondo, ossia i videogiochi.

Padre di tre bambini e originario di Bangor (una cittadina del Galles), David ha scoperto tre anni fa di avere una rara malattia degenerativa della cornea chiamata cheratocono dopo una visita oculistica di routine.  Il giovane, che possiede uno spettro visivo del 45% circa (la sua vista è offuscata 24 ore su 24), ha svelato di quanto sia spaventoso uscire in pubblico. Ha confessato di come la sua vita sociale ruoti attorno ai videogiochi quanto questa condizione stia mettendo in pericolo le sue passioni più grandi.

Ma David non si è dato per vinto: con l'aiuto del Royal National Institute of Blind People (RNIB), ente di beneficenza britannico che offre supporto e consulenza alle persone non vedenti, ha creato un gruppo di sostegno per giocatori non vedenti e ipovedenti in Irlanda del Nord e Scozia. Scopo del gruppo sarà quello di  fornire uno spazio sociale ai giocatori per condividere le proprie esperienze di gioco e discutere dei titoli che hanno trovato più accessibili.


A tal proposito, il giovane ha iniziato a coinvolgere numerosi game designer in un progetto dedicato allo sviluppo di videogiochi dedicati alle persone con la sua condizione, tra i cui il team Supercell, creatori di Clash of Clans. "Avendo perso la vista solo di recente, odiavo il pensiero di perdere anche i miei hobby", ha affermato. "Tutta la mia vita sociale è incentrata sui giochi e temevo che la perdita della vista mi avrebbe impedito di avere una vita sociale”.

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David ha tre figli - Jake, di nove anni e Alia e Katie, entrambi di quattro. "Voglio assicurarmi di mantenere quel legame anche con i miei figli e mostrare agli altri genitori con problemi alla vista che possono fare lo stesso", ha detto. "I giochi dovrebbero essere accessibili a tutti e continuerò a fare la mia parte perché diventi realtà", ha aggiunto il giovane papà. "La tecnologia è la via da seguire. Non bisognerebbe essere lasciati fuori dalle possibilità dell’universo videoludico solo perché si è ciechi".

Fiona Joyce, responsabile della Community di RNIB nell’Irlanda del Nord, ha dichiarato: "Siamo molto entusiasti del nuovo gruppo gaming. I membri si incontrano settimanalmente in una chiamata online e condividono la loro esperienza e i giochi che hanno trovato più accessibili. Durante il nostro incontro finale nel 2020 il gruppo ha stilato un piano programmatico per il 2021, che include l'espansione delle attività di gruppo per giocare insieme all'esterno attraverso degli incontri settimanali, la realizzazione di contenuti su YouTube per i propri canali, il coinvolgimento di sviluppatori e rappresentanti dell’industria del gaming nel prendere parte alle riunioni di gruppo ".

La Joyce ha aggiunto: "Vogliamo che questo gruppo sia inclusivo non solo per i giocatori esperti, ma anche per le persone che non hanno mai giocato prima e sono alla ricerca di un punto di partenza".

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