The Legend of Zelda: Breath of the Wild - La recensione
Il primo approccio di uno Zelda all'Open World? Un vero e proprio capolavoro, capace di ridefinire il genere.
Non servono capacità divinatorie per capire come andrà a finire con The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Tra dieci anni probabilmente ci sarà una generazione di giocatori ancora intenta a raccontarsi come hanno salvato Hyrule per la prima o l’ennesima volta, un festival della condivisione dell’esperienza, personale e unica come mai prima d’ora era riuscito a essere The Legend of Zelda. L’altra colonna portante dell’universo di Nintendo, sempre a fianco di Super Mario fin dagli anni ’80.
La nuova avventura vede l’eroe, Link, risvegliarsi da un sonno lungo cent’anni. Riapre gli occhi su un regno avvolto e vinto dal terrore. Una terra immensa, estesa, selvaggia e brulicante di vita e di occasioni di gioco come mai The Legend of Zelda era riuscita a essere. Il che è già di per sé una testimonianza più che sufficiente della qualità inappuntabile toccata dal gioco, considerando il ricchissimo palmares che la serie si è messo con soddisfazione alle spalle in tutti questi anni. Ma Breath of the Wild è qualcosa di più, di nuovo, di diverso, di sofisticato eppure di elementare, soprattutto è complicatissimo staccarsene, liberarsi dal suo sguardo magnetico, fuggire alle mille tentazioni che richiamano Link e il giocatore come sirene dietro ogni deserto, montagna, città, vallata, bosco, lago…
In Breath of the Wild si può all’incirca fare quello che si vuole. Non c’è una strada indicata ma semplicemente una progressione suggerita. L’essenza rimane sulla carta invariata: prendere il controllo di un eroe che secondo le leggende torna sempre, quando c’è bisogno di lui. Link. E girovagare affettando con la spada i nemici, o infilzandoli con arco e frecce. Cavalcando verso nuovi insediamenti in cui conoscere personaggi improbabili, affezionandosi alle loro storie, aiutandoli a risolvere i piccoli drammi o le grandi questioni che hanno condannato all’incubo l’intero regno. Il come lo si fa, con quali strumenti e con quali priorità, però, è affidato al libero arbitrio di chi ha il controller (o la console, nel caso di Switch) tra le mani.
Ci sono funghi, insetti, frutta e animali da raccogliere e cacciare per assemblare gustosi (si spera) manicaretti con cui ripristinare l’energia. Ci sono quintali di nemici a cui sottrarre lance, scuri, alabarde, pugnali, boomerang e chissà che altro. Ci sono interi popoli pronti a mettersi alle spalle di Link, incoraggiandolo mentre si lancia ad affrontare uno dei giganteschi bestioni di pietra che rappresentano gli stuzzicanti labirinti semoventi da risolvere prima di poter ingaggiare il vero “boss”. Un modo per diventare, grazie all’eventuale successo, ancora più forti, in grado di presentarsi per un faccia a faccia con il mega cattivo finale, il solito Ganondorf che gli appassionati conoscono da tempo immemore.
Ma anche qui sta la portata rivoluzionaria di Breath of the Wild: volendo è possibile presentarsi subito di fronte a quel concentrato di malvagità, a pochi minuti dall’inizio di un gioco che, poi, potenzialmente può richiedere anche centinaia di ore per essere spolpato a fondo. Certo, bisogna riuscire a essere talmente bravi da oltrepassare le sue difese, le guardie del corpo e poi avere anche l’abilità di avere la meglio direttamente sul malefico leader. Il che, va da sé, è quasi impossibile in quel momento. È solo la testimonianza di quanta libertà Breath of the Wild lasci al giocatore. Che è continuamente spinto a perdersi in un mondo da favola, stracolmo di ingegnosi trabocchetti e prove di intelligenza, oltre che di forza. Ma anche di racconti tra il mito e il semplicemente assurdo, oltre che di eccellenti panorami ottenuti grazie a una direzione stilistica da applausi.
The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un gioco immenso, di un’eleganza rarissima, di un’intelligenza comprovata ed è semplicemente imperdibile.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo giocato a The Legend of Zelda: Breath of the Wild per decine e decine di ore, principalmente su Nintendo Switch (sia collegato al televisore che in modalità portatile), ma provando anche il gioco su Wii U. Abbiamo completato l'avventura principale, provando al contempo sia il sistema di controllo legato ai Joy-Con, che affidandoci al Pro Controller.
Può piacere a chi…
… vuole perdersi in un mondo enorme
… vuole giocare seguendo le sue regole
… ama i miti e le leggende
Potrebbe deludere chi…
… cerca un'avventura veloce e semplice
… si perde anche dentro casa sua
… preferisce i combattimenti a turni
The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un gioco consigliato ai maggiori di 12 anni.