The Witcher 3: Wild Hunt - La recensione
L’ultima avventura di Geralt di Rivia, personaggio nato dalla fantasia dello scrittore Andrzej Sapkowski, è un esempio di grande narrativa applicata ai videogiochi
L’attuale generazione di console è caratterizzata da un incremento di giochi open world (a mondo aperto), e The Witcher 3: Wild Hunt, della software house polacca CD Projekt Red, è sicuramente un paradigma per questo genere di prodotti. Non solo. L’ultima avventura di Geralt di Rivia, personaggio nato dalla fantasia dello scrittore Andrzej Sapkowski, è anche un esempio di grande narrativa applicata ai videogiochi.
CD Projekt Red è quasi una software house monoprodotto. In attesa di sapere qualcosa in più circa il loro prossimo e attesissimo lavoro - Cyberpunk 2077, ispirato all’omonimo gioco di ruolo da tavolo - il team polacco è diventato famoso, e anche tanto
(li ha citati perfino l’ex presidente degli USA, Barak Obama, nel corso di una sua visita in Polonia), grazie alla sola trilogia di The Witcher.
Nata su PC, poi apparsa anche su Xbox 360 e infine approdata su Xbox One e PS4 con il terzo episodio, la saga dello strigo è stata oggetto di incredibili miglioramenti, sia tecnici che contenutistici, nel corso degli anni. The Witcher 3: Wild Hunt, in particolare, è
un gioco di ruolo vastissimo e ammaliante, in cui la splendida sensazione di libertà garantita da un open world convincente e coinvolgente si sposa meravigliosamente con una qualità narrativa tutt’altro che frequente, in giochi di questo tipo.
A stupire, in particolare, è il modo in cui sono scritte anche molte delle tantissime missioni secondarie che il protagonista Geralt di Rivia può scegliere di affrontare, mentre avanza nelle vicende della trama principale.
Tutti i personaggi coinvolti hanno uno spessore notevole, così come le storie di cui sono protagonisti. Merito sicuramente anche del particolare mondo fantasy creato dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski, ai cui romanzi le vicende di The Witcher 3 sono ispirate. Il sapore delle opere di Sapkowski è molto particolare, i suoi romanzi sembrano autentiche fiabe per adulti, e il gioco di CD Projekt Red riesce a riprodurre magistralmente le atmosfere dei libri dedicati allo strigo.
The Witcher 3: Wild Hunt è
uno di quei giochi che possono durare anche mesi, e che va assaporato momento per momento, senza farsi prendere da alcuna fretta. Le due espansioni uscite in questi anni, poi, ovvero Hearts of Stone e Blood and Wine,
aggiungono una mole di contenuti impressionante a un gioco già di per sé vastissimo. E la cosa bella è che oggi, ovviamente, è disponibile una Game of the Year Edition del gioco che contiene queste due avventure aggiuntive, integrate alla perfezione nella campagna principale del titolo base. Blood and Wine, in particolare, è
una delle migliori espansioni mai uscite per qualsiasi videogioco, sia per qualità che per quantità dei contenuti offerti.
A non convincere troppo, di The Witcher 3, è fondamentalmente solo il sistema di combattimento e, in generale, anche il sistema di controllo del personaggio. Quest’ultimo è un pizzico troppo legnoso, mentre
il combattimento non riesce a dare quella sensazione di dolore fisico (inferto o subito) che gli scontri meriterebbero. Graficamente, invece, il gioco di CD Projekt Red è uno spettacolo, sia per realizzazione tecnica (straordinario sui PC più potenti, ma sorprendente anche su PS4 e Xbox One), sia per direzione artistica. L’ampio respiro del mondo aperto e completamente esplorabile, tra l’altro, beneficia alla grandissima di ambientazioni disegnate con ottimo gusto.
Come lo abbiamo giocato
Le nostre impressioni su The Witcher 3: Wild Hunt nascono da prove approfondite del gioco: abbiamo completato la trama principale una volta su PC (dove abbiamo giocato anche le due espansioni) e una volta su PS4. Abbiamo provato, con grande soddisfazione, anche il recente aggiornamento che rende il gioco in grado di sfruttare le potenzialità di PS4 Pro. Un aggiornamento simile è previsto anche per Xbox One X.
Può piacere a chi…
… ama i giochi di ruolo ad ampio respiro
… adora perdersi in un vasto mondo aperto
… sa apprezzare le storie scritte bene
Potrebbe deludere chi…
… preferisce giochi più brevi e lineari
… non ama le ambientazioni fantasy
… non tollera sistemi di combattimento poco puliti
The Witcher 3 è un gioco consigliato ai maggiori di 16 anni.