Super Mario Odyssey - La recensione

L’eroe con salopette e pancetta di Nintendo non teme capelli grigi, crisi di mezza età o rifiuto del palcoscenico

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Dietro quei baffi amichevoli, oltre lo sguardo perennemente rassicurante, nascosto oltre la leggenda dell’eroe sempre pronto a tendere la mano, c’è un Mario diverso. Una sorta di cyborg, un meccanismo quasi perfetto, un agglomerato di istruzioni e di senso del dovere, pronto a scendere in campo ogni volta che la storia lo richiede. Sì, insomma, è il bello dei videogiochi: l’eroe con salopette e pancetta di Nintendo è sulla scena da oltre trent’anni (era il 1983 quando debuttò in Donkey Kong, ancora sotto mentite spoglie), eppure non teme capelli grigi, crisi di mezza età o rifiuto del palcoscenico. Se c’è un eroe virtuale che non manca praticamente mai l’appuntamento, quello è proprio Mario. E indovinate? La magia si rinnova anche con Super Mario Odyssey.

Nel giro di una manciata di mesi Switch, la nuova console ibrida di Nintendo (si gioca collegati al televisore, ma anche portandosela sempre con sé in borsa o nello zaino) ha già accolto a braccia aperte Zelda e Link nell’immenso, monumentale e indimenticabile Breath of the Wild. All’appello mancava giusto l’altra pietra angolare del pantheon costruito da Nintendo e da Shigeru Miyamoto in questi decenni, Mario per l’appunto. Super Mario Odyssey arriva quindi in tempo per riscaldare le prime fredde giornate di autunno, guadagnando al tempo stesso una posizione privilegiata tra i possibili acquisti e regali di Natale.

Dopo tutto questo tempo sembra incredibile e sinceramente improbabile trovarsi di nuovo a esaltare un’avventura di Mario, ma è il destino dei più grandi riuscire ogni volta a reinventarsi. Super Mario Odyssey riprende gli elementi caratteristici di ogni gioco di Mario, in particolar modo le prime avventure in 3D di Super Mario 64 e Super Mario Sunshine. Al centro di tutto rimane la necessità di saper gestire al meglio un personaggio nel suo mondo, con salti e sequenze di movimenti precise e coreografiche al tempo stesso. Ma l’arrivo di un elemento aggiuntivo come il cappello Cappy rende l’esperienza di gioco diversa e sempre pronta a cambiare in un’istante. Cappy serve non solo per colpire da distanza, lanciato come un boomerang, qualche nemico o per fungere da piattaforma temporanea su cui zompare per lanciarsi verso nuove vette… no, è anche lo strumento che consente di prendere letteralmente il controllo di tanti avversari e creature

Così si può volare per qualche secondo nei panni di un goomba alato o nuotare velocemente e senza temere di esaurire la riserva d’aria se ci si tramuta in un pesciolino rosso. Gli esempi però potrebbero essere decine e proprio qui sta una dei grandi colpi di Super Mario Odyssey: dare al giocatore sempre qualcosa di nuovo e di diverso da fare, spesso sorprendendolo e cambiando le carte in tavola come poche altre volte la saga aveva osato fare nel recente (o meno recente) passato, ma non per questo tradendo se stessa. Anzi! Come detto l’ispirazione per il ritmo di gioco e la struttura generale arriva da alcuni episodi che hanno sulle spalle come minimo quindici anni, ma che hanno saputo consigliare alla perfezione il team di sviluppo. Perché Super Mario Odyssey ripropone degli ambienti aperti, tutti liberamente da esplorare, che esplodono di occasioni di gioco, segreti, premi da svelare, personaggi con cui interagire e nuove sezioni di livello da scoprire. È il trionfo del concetto di "mondo aperto" applicato a Mario e riesce a offrire qualcosa di nuovo per tante, tante, tantissime ore di gioco.

Può far sollevare qualche critica la direzione stilistica, che volutamente spinge Mario verso mondi e ambienti quasi del tutto inediti e anche visivamente in netto contrasto tra di loro. Una scelta dovuta, dopo tanti anni di panorami piacevoli, ma fin troppo limitati alla "comfort zone" dell’idraulico. Super Mario Odyssey riesce ancora una volta a cambiare rimanendo riconoscibile, a divertire quasi come se fosse la prima volta e a ricordare a tutti perché saltellare qua e là è la fine del mondo. Anche quando dovresti essere troppo grande per potertelo concedere (e il riferimento non è solo all'eroe di rosso e blu vestito).


Come lo abbiamo giocato

Per valutare Super Mario Odyssey abbiamo utilizzato una copia digitale del gioco ottenuta direttamente da Nintendo e abbiamo passato decine di ore tra tutti i suoi regni. Oltre ad aver completato la storia, abbiamo proseguito nell'esplorazione anche successivamente, mettendoci in tasca centinaia di Lune. Abbiamo provato il gioco sia in modalità portatile che sul televisore, con i Joy-Con e anche con il Pro Controller ufficiale.


Può piacere a chi…
… vuole rilassarsi e scoprire mondi colorati
… ha colpo d'occhio e gli piace esplorare
… adora saltare, correre, nuotare, volare

Potrebbe deludere chi…
… cerca una storia profonda
… preferisce giochi dal taglio più serio
… vuole solo i Mario in due dimensioni

Super Mario Odyssey è un gioco consigliato ai maggiori di 7 anni.