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Scienziato nucleare iraniano ucciso da un'intelligenza artificiale

Mohsen Fakhrizadeh fu assassinato lo scorso novembre con una mitragliatrice attivata a distanza. La ricostruzione del New York Times

Ansa

A fine novembre 2020 lo scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh fu ucciso in Iran. Israele non lo ha mai confermato ufficialmente, ma, secondo il New York Times, Mohsen Fakhrizadeh morì con un'operazione di intelligence israeliana. Con un'arma mai usata prima: una mitragliatrice attivata da remoto a più di 1.600 km di distanza e comandata da un'intelligenza artificiale.

Il New York Times ha aggiunto dettagli a quest'assassinio. Il lungo resoconto è basato su diverse interviste a funzionari iraniani, israeliani e statunitensi, due dei quali furono direttamente coinvolti nella pianificazione dell'operazione che ha portato alla morte di Fakhrizadeh.

Lo scienziato fu ucciso mentre si trovava a bordo di un'auto a nord di Teheran. In un pomeriggio di novembre, Fakhrizadeh era partito con sua moglie per trascorrere  il fine settimana nella sua casa di campagna. Stava guidando con la moglie al fianco e la scorta lo seguiva su un'altra automobile. Ma la sua auto fu colpita da una prima scarica di proiettili. Poi un'altra. Fakhrizadeh uscì dalla macchina, si rannicchiò dietro la portiera, ma tre proiettili lo colpirono alla schiena. Morì, con sua moglie che gli reggeva la testa.

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Chi era lo scienziato - Mohsen Fakhrizadeh, ucciso all'età di 62 anni, era una figura di particolare rilievo del ministero di Difesa iraniano. Uno dei più importanti scienziati nucleari iraniani, aveva avuto un importante ruolo nello sviluppo del programma nucleare del Paese

Dal 2007 sono stati assassinati cinque scienziati, che lavoravano sotto la guida di Fakhrizadeh. Quest'ultimo era comunque il bersaglio più importante. Più volte si era tentato di ucciderlo, come nel 2009 quando un'imboscata allo scienziato saltò proprio mentre il gruppo d'azione era già sul luogo. Lo scienziato sapeva di essere un obiettivo, ma non aveva preso sul serio le continue minacce.

La mitragliatrice - Nei giorni successivi a quel novembre 2020, venne fuori un'incredibile ricostruzione: lo scienziato era stato ucciso da un'arma gestita da remoto. Un episodio ai limiti del fantascientifico eppure vero: Fakhrizadeh era stato assassinato da proiettili sparati da una mitragliatrice sistemata su un pick-up a cui mancava una ruota. Appariva come un veicolo abbandonato eppure era controllato da agenti israeliani.

Quell'operazione aveva richiesto mesi e mesi di lavoro e necessitato di una lunghissima pianificazione. L'arma era molto pesante, dunque per trasportarla senza creare scalpore, fu smontata e riassemblata solo una volta che i mandanti giunsero in Iran. L'intelligenza artificiale era necessaria per fare in modo che i proiettili non perdessero mai la mira, nonostante la distanza dell'arma.

Secondo il New York Times, ad affrettare la decisione israeliana di assassinare Fakhrizadeh ha infine contribuito la situazione politica: l’assassinio è avvenuto a ridosso delle elezioni americane in cui era favorito il candidato Democratico Joe Biden, che desiderava la riattivazione dell’accordo sul nucleare tra Stati Uniti e Iran. Israele decise dunque di uccidere Fakhrizadeh finché era in carica Trump, sostenitore di queste operazioni.

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