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Arriva il domicilio digitale: entro il 2019 multe e atti pubblici arriveranno via mail

Obiettivo della riforma sarà rendere trasparenti, semplici e veloci i procedimenti che riguardano tutte le comunicazioni aventi valore legale

dal-web

Addio raccomandate e vecchie cassette postali: arriva il domicilio digitale. Entro il 2019 ogni cittadino potrà ricevere multe, cartelle esattoriali e altri tipi di atti o comunicazioni avente valore legale su un indirizzo elettronico, una sorta di cassetta di posta telematica. La novità è contenuta nel decreto legislativo correttivo del Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), in conformità a quanto previsto dalla riforma Madia.

Dal fisico si passerà all'online con la possibilità di ricevere via mail tutte le comunicazioni con la pubblica amministrazione: il domicilio digitale potrà sicuramente coincidere con la PEC - la posta elettronica certificata - e con qualsiasi altro servizio di comunicazione online certificato e qualificato nel rispetto delle norme europee di sicurezza. Obiettivo del domicilio digitale è rendere trasparente, semplificare e accelerare i procedimenti che riguardano tutte le comunicazioni aventi valore legale. 

Verrà creato un elenco dei domicili digitali delle persone fisiche e dei soggetti privati che sarà liberamente consultabile e in cui i cittadini potranno presto aggiungere il proprio e attivare il nuovo domicilio che fungerà da canale di comunicazione unico con le pubbliche amministrazioni. Gli indirizzi di domicilio digitale saranno raccolti tramite tre diversi canali: portale web dedicato (a seguito di autenticazione via Spid o Cns), trasferimento nel registro apposito della Pec presente su Ini-Pec e dichiarazione del domicilio attraverso specifiche sezioni dei portali nazionali di servizi dedicati al cittadino (sempre a seguito di autenticazione federata via Spid o Cns).

La novità dovrebbe infatti garantire la gestione delle pratiche interamente online. Nonostante per i costi di manutenzione ed erogazione del servizio si stima una spesa, tra 2018 e 2019, di circa 200mila euro, il domicilio digitale dovrebbe portare a circa 250 milioni di euro di risparmi l'anno: si tratta delle spese che riguardano i costi per le spese postali, ma anche quelli, sostenuti dalla P.A., "per produrre, conservare, trasmettere documenti cartacei", nonché altri costi, diretti (carta, toner, buste, etc.) e indiretti (costo del lavoro, tempo per attività manuali, tempo impiegato dal destinatario in caso di assenza per recuperare una raccomandata, etc.).

Il decreto istituisce poi la nuova figura del difensore civico per il digitale, istituito dall' AgID (Agenzia per l'Italia Digitale) che avrà il compito di accogliere segnalazioni relative a presunte violazioni del CAD e di ogni altra norma in materia di digitalizzazione. Se la riterrà fondata, il difensore civico dovrà invitare il soggetto responsabile della violazione a porvi tempestivamente rimedio (non oltre 30 giorni).

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