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Approvato il decreto legge Covid, braccio di ferro sul Dpcm | Stop agli spostamenti, Azzolina: "Pronti a un graduale rientro a scuola"

Faraone: "Ristoranti aperti il 25 e 26". A Natale e Santo Stefano sarà vietato anche uscire dal proprio Comune, resta aperta la questione dei ricongiungimenti familiari

Coronavirus, a Roma via allo shopping natalizio per le vie del centro

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto legge Covid, che disegna la cornice delle misure sul Natale e in particolare delle limitazioni agli spostamenti. Continua, invece, il braccio di ferro sul nuovo Dpcm. La linea è quella di vietare gli spostamenti tra Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, con coprifuoco alle 22 e "lotta" agli assembramenti. Poche le concessioni, come l'apertura dei ristoranti a pranzo anche a Natale e Capodanno, confermata al Tg4 dal presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.

Stop agli spostamenti Sarà vietato spostarsi da una Regione all'altra se non per lavoro o salute, per raggiungere la residenza o per "necessità", autocertificate, come quella di "assistere un genitore solo". Il 25 e 26 dicembre sarà vietato anche uscire dal proprio Comune. E la raccomandazione a non sedersi a tavola, anche dentro casa, nelle festività con persone non conviventi. Confermata la chiusura degli impianti sciistici, mentre restano aperti i capitoli scuola e ricongiungimenti familiari fuori Regione.

I nodi scuola e ricongiungimenti familiari Nel Dpcm ci saranno misure "per un graduale rientro a scuola al quale stiamo lavorando in queste ore", ha garantito la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Per il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, "le scuole superiori potrebbero riaprire a metà dicembre, ci sono discussioni in corso, ma per me sarebbe meglio aprirle a gennaio". Sui ricongiungimenti familiari, invece, lo scontro va in scena in Senato, con Italia viva e una minoranza del Pd che chiedono di permetterli anche fuori Regione e allentare la morsa del Natale.

Giovedì la firma del nuovo Dpcm Il Consiglio dei ministri, intanto, ha approvato il decreto legge che definisce il perimetro delle nuove restrizioni, a partire dal divieto degli spostamenti, e che consente al prossimo Dpcm (che potrebbe essere firmato giovedì sera dal premier Conte) di durare 50 giorni. 

Speranza: "Non abbassiamo la guardia" Sulle misure, però, arrivano forti resistenze innanzitutto dal Parlamento. Il ministro Speranza al Senato e alla Camera illustra la linea concordata nel governo. Si dice fiducioso che presto l'indice RT possa calare sotto 1 ma avverte che il "raggio di sole" non vuol dire "pericolo scampato": "Se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l'angolo". Per piegare la curva evitando il lockdown generale, spiega il ministro della Salute, vanno evitati gli assembramenti nelle località sciistiche e limitati gli spostamenti internazionali.

Lo scontro in Senato A Palazzo Madama va in scena una dura lite tra i capigruppo di maggioranza, che non riescono a trovare un accordo su una risoluzione comune da votare in Aula: si fa firmare dai capigruppo in commissione Salute un generico via libera alle comunicazioni di Speranza. Sulle barricate ci sono Davide Faraone (Iv) e Andrea Marcucci (Pd). "No alla chiusura dei comuni a Natale", perché - dicono all'unisono - non ha senso penalizzare chi vive in piccole città, magari senza ristorante. Si apra ai  ricongiungimenti con i parenti piu' stretti, i genitori e i nonni. E, chiede Faraone, si permettano le crociere e le cene della vigilia in albergo. La linea di Marcucci non è quella del Pd, chiariscono subito Nicola Zingaretti e Dario Franceschini, che descrivono molto irritato con il capogruppo Dem: "Serve la massima prudenza".

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