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Da Coco Chanel a Virginia Woolf: le grandi degli Anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi a Vicenza

La mostra "Ritratto di donna" è in corso alla Basilica Palladiana fino al 13 aprile 2020

Da Coco Chanel a Virginia Woolf: le grandi degli Anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi a Vicenza

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Ubaldo Oppi, Le Amazzoni, 1924
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 Felice Casorati, Concerto, 1924
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 Ubaldo Oppi, L’Adriatico, 1926
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Ubaldo Oppi, Le amiche, 1924
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 Amedeo Bocchi, Nel parco, 1919
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Kees van Dongen, Ritratto di Fernande Olivier, 1907
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Gustav Klimt, Giuditta II, 1909
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 Mario Sironi, Nudo allo specchio, 1923
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 Ubaldo Oppi, Ritratto della moglie
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Abiti Chanel, 1922-28

L’Europa è da poco uscita dalla Grande Guerra e anche per il mondo femminile è tempo di rivincite: negli Anni Venti Coco Chanel stravolge il volto della moda, Amelia Earhart attraversa in volo l’Atlantico, Josephine Baker incanta Parigi con i suoi balli sfrenati e Virginia Woolf scrive i suoi suggestivi capolavori. "All’inizio del Novecento nelle raffigurazioni femminili c’è ancora molto simbolismo — spiega Stefania Portinari, curatrice della mostra "Ritratto di donna" aperta fino al 13 aprile 2020 alla Basilica Palladiana di Vicenza, — ma anche l’influenza delle avanguardie, delle secessioni di Monaco e di Vienna. Troviamo quadri con donne che sono muse, fatate principesse ma anche una corrente dannunziana di seduttrici belle e dannate". Sono donne di carattere, eleganti e moderne. Sono audaci femme fatale, simboli erotici e ambigui di seduzione e di fascino. Sono figure enigmatiche e attonite, cariche di sogni e di perpetue attese.

Centoventi opere, firmate dai più grandi nomi del tempo (Felice Casorati, Mario Sironi, Antonio Donghi, Achille Funi, Piero Marussig, Mario Cavaglieri, Guido Cadorin, Massimo Campigli), organizzate attorno a un nucleo consistente di quadri di Ubaldo Oppi (bolognese di nascita, ma vincentino d’adozione), restituiscono un interessante spaccato del mondo femminile, con un allestimento a più sezioni che si apre, non a caso, con l’ammagliante Giuditta II di Gustav Klimt.

E' "La primavera dell’Arte", prima parte della mostra, a cui seguono "Le muse straniere": una parentesi dedicata all’esperienza parigina di un Oppi rapito dai vivaci colori fauves di Van Dongen e dai segni sinuosi di Matisse. Intanto, a Parigi conosce Modigliani, ha un flirt con la modella Fernande Olivier, che lascia Picasso per fuggire con lui, ma il periodo blu del rivale spagnolo ispirerà a Oppi il ciclo dei miserabili, visibile nella terza sezione della mostra.

"Immaginazione" è invece la parte riservata alle correnti artistiche degli anni Venti: da Valori Plastici al Novecento Italiano, dal Realismo Magico alla Nuova Oggettività, tutte accomunate dall’interesse per la classicità italiana e dal bisogno del ritorno alla figura, che in Oppi ha uno dei più convinti sostenitori. Non a caso, alla Biennale del 1924 un'opera come "Le amiche", emblema del più puro Realismo Magico, otterrà un grande favore di critica e l'attenzione del pubblico. Due giovani donne, dai lineamenti molto simili (una bruna e una bionda) e dal volto pensieroso, sono unite in un abbraccio con le spalle protette dalla statua di un'Amazzone: figura mitica e provocatoria perché capace di vivere senza avere accanto a sé un uomo.

Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi
6 dicembre 2019 - 13 aprile 2020
Basilica Palladiana, Vicenza

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