Fortnite: rimosse le pubblicità, attiravano un gruppo di pedofili

Gli spot di Epic Games sono finiti in un giro di video su YouTube legati per errore a commentatori poco raccomandabili

ign

Come sapete, su YouTube si trovano contenuti di ogni tipo che vengono monetizzati tramite le pubblicità proposte dalla piattaforma all’inizio e durante ogni video. E, naturalmente, ogni video è aperto ai commenti degli utenti, a meno che l’autore non decida di rinunciare a questo tipo di interazione con il pubblico.

Come purtroppo spesso accade, tra i commenti possono essercene molti di natura discutibile: è capitato ai video di alcune ragazze abituate a filmare attività ginniche femminili di vario genere, prese di mira da un gruppo di pedofili organizzato. Una cosa grave di per sé, ma che è venuta alla luce a causa di… Fortnite e dell’attenzione di uno youtuber, MattsWhatItIs.

Per un errore nell’algoritmo utilizzato da YouTube per associare pubblicità specifica a video con argomenti affini, infatti, alcuni spot di Fortnite sono stati mostrati all’inizio dei video di queste ragazze, anche se questi ultimi non hanno nulla a che fare con i videogiochi. Epic Games ovviamente non ha perso tempo, non volendo che il suo gioco venisse associato non tanto ai video incriminati, che di per sé non sono problematici, quanto ai commenti che si portano dietro.

“Attraverso la nostra agenzia di pubblicità, abbiamo contattato YouTube per determinare le azioni da intraprendere per rimuovere questo tipo di contenuti dal loro servizio”, ha detto un rappresentante di Epic Games.

YouTube ha poi agito cancellando i commenti e gli account dei malintenzionati, promettendo maggiore cura nel scovare gli abusi:

“Ogni contenuto, inclusi i commenti, che mette a rischio i minori è ripugnante e su YouTube abbiamo una politica che proibisce chiaramente questi comportamenti. Abbiamo immediatamente cancellato gli account e i canali collegati a queste iniziative, segnalato l’attività illegale alle autorità e disabilitato i commenti lesivi. C’è molto altro da fare e continueremo a lavorare per migliorare e scovare gli abusi più velocemente”.

Nell’occhio del ciclone sono finite anche altre aziende e prodotti, come Alfa Romeo, Fiat, Grammarly, L’Oreal, Maybelline, Metro: Exodus, Peloton e SingleMuslims.com, ma a pagarne le conseguenze sono state innanzitutto le protagoniste dei video, che si sono viste rimuovere le pubblicità, e quindi importanti occasioni di guadagno, per colpa di personaggi con cui non hanno proprio nulla a che fare.