Di Maio, il padre: Luigi attaccato con ferocia, non ha la minima colpa

"Tornare indietro non si può ma se potessi riavvolgerei il nastro per non ripetere gli errori del passato. Questo non è possibile quindi posso solo dire che mi dispiace"

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"Le mie responsabilità non possono ricadere sui miei figli". Lo afferma Antonio Di Maio, il padre del vice presidente del Consiglio italiano e leader politico dei Cinque Stelle, dopo il caso sui lavoratori in nero nell'azienda di famiglia e il sequestro di alcuni beni su terreni di loro proprietà. "Le due vicende sono totalmente differenti", puntualizza a chi gli fa notare analogie con il caso del padre di Matteo Renzi.

"Mio figlio, giustamente, - afferma a  Il Corriere della Sera - ha preso le distanze dagli errori che ho commesso, ha garantito subito la massima trasparenza presentando tutte le carte. Non si è sottratto alle domande, non ha fatto nulla per favorirmi o nascondere fatti e ha fatto bene. Lo conosco, è mio figlio, non avrebbe potuto avere altro comportamento perché è una persona onesta".

C'è però chi ha chiesto le dimissioni del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economica. "E' la cosa che mi dispiace di più", prosegue Antonio Di Maio nell'intervista. "Hanno attaccato Luigi con una ferocia spropositata. Stanno cercando di colpirlo ma lui non ha la minima colpa. Non era a conoscenza di nulla. Le mie responsabilità non possono ricadere sui miei figli. Tornare indietro non si può ma se potessi riavvolgerei il nastro per non ripetere gli errori del passato. Questo non è possibile quindi posso solo dire che mi dispiace".

"Mi dispiace aver pagato in nero alcuni operai e non averne parlato in famiglia, conclude Antonio Di Maio. Come papà ho sempre cercato di tutelare la mia famiglia. Ho affrontato i momenti difficili da solo, senza parlarne con i miei familiari perché non volevo si preoccupassero. Sono pronto a rispondere dei miei errori".

Luigi Di Maio: "No ad attacchi alla Iena Filippo Roma" - "Si sta attaccando Filippo Roma de Le Iene, come sulla questione dei rimborsi anche sulla questione che riguarda i lavoratori in nero di mio padre non credo che si debba attaccare lui, perché grazie a quel servizio io ho scoperto dei non detti della mia famiglia. Sicuramente ho conosciuto aspetti della mia famiglia e questo aiuta sempre il rapporto figli-genitori, tutti noi abbiamo dei non detti nelle famiglie, magari cose meno gravi, che se si vengono a conoscere", sottolinea il vicepremier Di Maio. "Io ho preso le distanze da quei comportamenti e sono contento che mio padre abbia almeno chiesto scusa però non prendo le distanze da mio padre che resta mio padre. Non si attacchi Filippo Roma, non si attacchino giornalisti che hanno fatto conoscere questa vicenda", aggiunge.

"Unico rifiuto trovato è stato il frigorifero di mio padre" - "Ho detto a mio padre che deve smaltire i frigoriferi e non li deve lasciare in campagna perché l'unico rifiuto speciale che è stato sequestrato era un frigorifero, credo, di casa nostra che invece di smaltire ha portato in campagna perché pensava di poterlo riutilizzare", chiarisce il vicepremier Di Maio.

Fico: "Contro Di Maio fango incredibile" - A difendere il leader M5s scende in campo anche il presidente della Camera ed esponente pentastellato, Roberto Fico, che esprime "solidarietà a Luigi Di Maio che in questo momento sta subendo un fango incredibile". Fico ha spiegato che "quando leggo articoli di stampa o ascolto una trasmissione non c'è mai niente che faccia riferimento a una colpa di Luigi, niente che faccia riferimento a una sua colpa né passata né nelle sue vesti di ministro. Questo non è modo di fare, non è più politica, sono attacchi personali ingiustificati, che nella nostra società fanno solo male, non hanno senso".