Papa guarda i video-shock dei lager in Libia: "Riportare i migranti? Pensateci bene"
Il quotidiano dei vescovi Avvenire pubblica alcuni fermo immagine scrivendo che sono tratti da quel video, ma poi smentisce: sono foto consegnateci da richiedenti asilo, ma non si riferiscono a quel video
Il Papa ha voluto vedere i filmati che mostrano l'orrore dei lager in Libia, dove i migranti vengono picchiati e mutilati. "Agli uomini fanno le torture più sofisticate. C'era uno lì che è stato capace di fare quel filmato, che ho inviato ai miei due sottosegretari delle migrazioni. Per questo, a mandarli indietro ci si deve pensare bene", ha avvertito Bergoglio. Il Pontefice, riferisce il quotidiano Avvenire, ha osservato in silenzio quei drammi.
"Il nastro da pacchi usato per tappargli la bocca è l'unica immagine che lo sguardo può reggere. Il resto, toglie il sonno. Le sprangate. Il machete e il pugnale che trafiggono. Il ragazzo africano legato mani e piedi, denudato perché il martirio si veda. E lui che striscia, che si dibatte, che urla mentre le guance si gonfiano perché non possono dare fiato al pianto dei dannati", scrive il quotidiano cattolico che ha deciso di non pubblicare i video integrali ma solo fermo immagini perché troppo cruenti.
"Ho visto un filmato in cui si vede cosa succede a coloro che sono mandati indietro - aveva detto Bergoglio ai giornalisti tornando dall'Irlanda -. Sono ripresi i trafficanti, le torture più sofisticate". Il Pontefice, infatti, da tempo aveva saputo che persone a lui vicine erano in possesso dei video sulle condizioni delle migliaia di persone imprigionate nei campi dei trafficanti di uomini e torturate.
"I filmati mostrati settimane addietro a Bergoglio sono pagine di spaventosa crudeltà. La conferma che la Libia non è affatto quel 'porto sicuro' per chi scappa da fame e guerre", riferisce ancora Avvenire.
Aggiornamento - E' successivamente emerso che quell'immagine, e le altre pubblicate da "Avvenire", non erano fermo immagine tratti dal video visionato dal Papa ma foto differenti, legate ad eventi diversi dai lager libici di quel video. Lo stesso quotidiano lo ha ammesso, scrivendo che le didascalie a quelle foto sono state "un errore". In ogni caso, Avvenire ha ribadito che il video esiste, spiegando che quelle foto, che sarebbero già circolate sui social network, sarebbero state consegnate da alcuni richiedenti asilo.