"La terra dell'abbastanza", la vita di periferia nell'opera prima dei fratelli D'Innocenzo

Dopo aver collaborato alla sceneggiatura di "Dogman" di Garrone, i due registi sbarcano al cinema dal 7 giugno

ufficio-stampa

Arriva in sala il 7 giugno, dopo il grande successo di critica alla Berlinale, "La terra dell'abbastanza", opera prima dei fratelli gemelli Damiano e Fabio D'Innocenzo. Il film, che ricorda la poetica della periferia romana messa in scena dal compianto Claudio Caligari, racconta di un'iniziazione involontaria alla delinquenza da parte di quelli che sarebbero potuti diventare dei bravi ragazzi. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.

Mirko ( Andrea Carpenzano) e Manolo ( Matteo Olivetti) sono due giovani amici della periferia di Roma che vanno alla scuola alberghiera e sognano di fare i bartender. Due ragazzi come tanti, il primo con solo il padre ( Max Tortora) e l'altro con madre separata ( Milena Mancini). Una notte si ritrovano ad investire con la loro auto un uomo e decidono di scappare. L'uomo che hanno ucciso non è però uno qualsiasi. Questa tragedia si trasforma per loro in un colpo di fortuna: la vittima è un pentito di un clan criminale di zona e, facendolo fuori, i due ragazzi si sono guadagnati un ruolo, rispetto e denaro che non hanno mai avuto, un biglietto d'entrata dentro la malavita.

"Con questo film volevamo raccontare com'è maledettamente facile assuefarsi al male", dichiarano i due registi che hanno già collaborato allo script di "Dogman" di Matteo Garrone. "In un mondo in cui la sofferenza è sinonimo di debolezza, i nostri protagonisti si spingeranno oltre il limite della sopportazione: vedere fin dove si può fingere di non sentire nulla".

Il film, girato a Porta di Nona, ("una periferia magica con le casette colorate tra Pasolini, Tim Burton e Wes Anderson") è già stato venduto in molti Paesi, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per la Francia.