Enoturismo in Umbria, nella terra del Sagrantino
Immersione nel Medioevo con un tour tra le cantine che producono uno dei vini rossi più pregiati d’Italia
Montefalco e il Sagrantino, un paese umbro e il suo vino, con un legame identitario che attraversa i secoli. Lo dimostrano anche testimonianze storiche e artistiche. Correva l’anno 1452 quando il fiorentino Benozzo Gozzoli fu chiamato ad affrescare l’abside di quella che all’epoca era la chiesa di S. Francesco, oggi sconsacrata e inglobata nel Complesso museale omonimo.
In uno dei dipinti, quello che narra la cena offerta
dal cavaliere di Celano a un ospite speciale,
il Santo poverello, ancora oggi si nota
un’ampolla contenente un vino rosso intenso, proprio come il
Sagrantino. Nei sotterranei si possono visitare le antiche cantine dei frati francescani con le vasche di vinificazione ritrovate inaspettatamente e riportate alla luce qualche anno fa durante lavori di ristrutturazione.
Il borgo medievale - Visitato il museo, vale la pena concedersi una passeggiata alla scoperta del borgo. Lungo il corso che collega la medievale porta di
S. Agostino, sovrastata da una torretta merlata, con la piazza del Comune si trova la chiesa di S. Agostino, costruita tra il 1279 e il 1285, che custodisce affreschi di
Ambrogio Lorenzetti, uno dei maestri della scuola senese del Trecento. È in centro anche la chiesa di
S. Illuminata, del 1491, in stile rinascimentale con la facciata preceduta da un piccolo porticato, che conserva l’affresco della
Madonna della Misericordia di Francesco Melanzio.
Un gioiello enologico - Ma torniamo al
Sagrantino, gioiello enologico dell’Umbria.
Nasce da un vitigno autoctono vinificato in purezza nella denominazione
Montefalco Sagrantino Docg e in uvaggio (con uve sangiovese e altre a bacca rossa, in percentuale inferiore) con la Doc Montefalco Rosso. Una visita alla terra che lo produce è imprescindibilmente legata a quella alle sue cantine. Tra le cantine ospitali, la più conosciuta e trendy è l’azienda
Arnaldo Caprai, gestita dal figlio Marco Caprai, una realtà produttiva aperta agli
enoturisti.
La Scacciadiavoli e l’Antonelli - Più antica, fondata nel 1884, è la cantina
Scacciadiavoli dove si coltivano vigneti lungo i versanti collinari
tra Montefalco, Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria. Nella costruzione originaria su quattro livelli, di cui uno sotterraneo, si svolge la produzione di vino che avviene per gravità. Propone ai visitatori visite e degustazioni con varie formule. Anche
Antonelli San Marco, nota
cantina enoturistica del Sagrantino di Montefalco, ha adottato il metodo della
vinificazione per gravità. Le vigne tutte biologiche, come gli uliveti, si trovano in frazione San Marco, in una tenuta che comprende un ampio bosco detto il Macchione, dove da un paio d’anni sono allevati anche suini in semilibertà per la produzione di salumi. Non mancate di prenotare uno dei
corsi di cucina casalinga con cuoche umbre e di approfittare dell’
ospitalità agrituristica nel Casale Satriano.
La magnfica Bevagna - Un altro borgo del Sagrantino è
Bevagna, confinante con Montefalco. I principali edifici storici si concentrano in centro e affacciano sulla piazza Silvestri, di forma irregolare: il
Palazzo dei Consoli del 1270, con la lunga scalinata esterna, che al suo interno ospita l’ottocentesco
teatro Torti; la chiesa di S. Michele, con l’imponente facciata romanica, il campanile gotico a cuspide e un bel portale in travertino con una decorazione a mosaici cosmateschi; la chiesa di S. Silvestro del
1195, una delle più pregevoli architetture romaniche in Umbria.
Il Carapace di Arnaldo Pomodoro - Nei dintorni vi suggeriamo un’altra cantina da visitare, la più sorprendente,
Tenuta Castelbuono, una struttura coperta da un’enorme scultura,
il Carapace, di Arnaldo Pomodoro. Si presenta con una grande cupola a forma di guscio di tartaruga, ricoperta di rame splendente al sole e un grande dardo scarlatto installato in verticale visibile da lontano per segnalarne la posizione nel paesaggio di vigneti.