Covid-19 scappato dal laboratorio di Wuhan, nuove accuse da Le Figaro: "Il P4 creato da Parigi e poi sfuggito a controllo"
La nota editorialista Isabelle Lasserre analizza quello che sappiamo sulla struttura nella quale si studiavano i coronavirus. E ritira in ballo la cooperazione tra Francia e Cina dalla quale è nato quel laboratorio
Wuhan, ecco il laboratorio da dove potrebbe essere "scappato" il Covid-19
Il laboratorio P4 di Wuhan torna al centro del mirino e sono nuovamente i francesi a lanciare sospetti. Sul quotidiano Le Figaro l'esperta editorialista di Esteri Isabelle Lasserre fa una lunga analisi sul famigerato laboratorio e pone nuove inquietanti domande. La questione non è legata alla nascita del virus, se è o non è naturale, ma sulla possibile fuga di questo virus dal laboratorio di Wuhan a causa di negligenze da parte del personale.
Pechino non aveva conoscenze per creare un P4 - Va chiarito cosa significa quella sigla, P4, di cui sentiamo spesso parlare. E' il livello di biosicurezza che la struttura deve garantire per poter operare studi sui virus più pericolosi, quelli su cui ancora non esiste cura o vaccino. Secondo gli americani questi livelli non sono stati garantiti a Wuhan e per questo era stato lanciato un allarme alla Casa Bianca, attraverso l'ambasciata di Pechino, per attenzionare gli esperti sui pericoli che potevano sorgere.
A Wuhan non lavoravano solo scienziati cinesi. Sono stati i francesi, scrive Le Figaro, a portare le attrezzature e l'esperienza in Cina attraverso una cooperazione scientifica che aveva come obiettivo quello di aiutare Pechino in una situazione potenzialmente esplosiva dal punto di vista sanitario.
L'accordo tra Chirac e Hu Jintao - Una cooperazione che ai piani alti di Parigi non era ben vista da tutti. Ma vinse il fronte di quelli che premevano per non lasciare soli i cinesi a lavorare sui virus ed evitare guai peggiori. Nel 2004 una indagine giornalistica portò alla luce un incontro tra l'allora presidente francese Jacques Chirac e l'omologo cinese Hu Jintao i quali decisero di unire le forze per combattere le malattie infettive emergenti. Accordo che sfociò in trattato ministeriale con il trasferimento di un laboratorio P4 in Cina oltre all'addestramento del personale che ci avrebbe lavorato. Pechino era appena uscita dalla tremenda epidemia di Sars e aveva necessità di imparare a studiare i virus per trovare soluzioni. In Francia molti scienziati temevano che il P4 francese in Cina sarebbe stato trasformato in un laboratorio per armi batteriologiche. Ma vinse la politica.
I ricercatori mai partiti - Il laboratorio di Wuhan è stato terminato nel 2015 e contestualmente per alcune divergenze la commissione francese che seguiva l'organizzazione del P4 si è sciolta. E così i 50 ricercatori francesi che avrebbero dovuto operare in loco non sono mai partiti. Le Figaro sospetta che i tecnici francesi siano stati "trattenuti" in qualche modo: non è chiaro se sia stata la Cina a impedire il loro ingresso nel Paese o se sia stato un problema di mancanza di risorse economiche da parte della Francia per poterli inviare.
Le cavie vendute al wet market di Wuhan? - Di sicuro Parigi ha perso il suo "controllo" sul laboratorio P4. E arriviamo ai giorni nostri. Coi sospetti che in quel laboratorio nemmeno Pechino abbia il controllo totale. Si è anche parlato di ricercatori che per sbarcare il lunario vendevano le cavie di laboratorio al vicino mercato wet lì vicino. Oppure che qualcuno non abbia rispettato tutte le procedure di sicurezza e abbia portato fuori involontariamente il virus. Non sono domande capziose, capire da dove è arrivato il Covid-19 è fondamentale per evitare errori futuri.