InGruppo 2020: l’alta cucina a prezzi pop
20 ristoranti di cui 10 stellati: proposte di alta qualità, eccellenze del territorio e creatività top ad un costo che piace anche ai millenials
Stelle accessibili
Otto anni, quest’anno, del format cultural-commerciale che vuole avvicinarci sempre più (e sempre più giovani), alle delizie dell’alta gastronomia (lombarda), proposte eccezionalmente a prezzi quasi dimezzati per circa tre mesi, e tre anni della Guida cartacea che si accompagna all’iniziativa.
InGruppo è tornato quest’anno con gli stessi ingredienti di sempre, quelli a cui deve l’ampio consenso di pubblico raccolto in questi anni: cucina di qualità, territorio lombardo e prezzi pop. Con due new entry stellate che vanno a comporre l’elenco dei 20 ristoranti che aderiscono all’edizione 2020.
Era il 2013 quando Giuliano Pellegrini, patron del ristorante bergamasco che porta il nome del padre Lio, iniziò a concepire l’iniziativa: riunire i migliori ristoratori del territorio, farne una rete, una squadra, allo scopo di valorizzare la buona cucina attraverso una promozione decisa in autonomia e senza intermediazioni.
Nient’affatto casuale, che InGruppo sia partita dalla città dei Mille. È il risultato di una storia che ha avuto inizio negli anni Sessanta del secolo scorso, per merito di alcuni personaggi illuminati che con le loro insegne hanno saputo fare scuola e diventare modello di ristorazione eccellente.
Negli anni successivi, dalla casa di città alta che aveva eletto a residenza, il gastronomo e giornalista (e non solo) Luigi Veronelli ha apprezzato e sostenuto il movimento arrivando a insignire Bergamo del titolo di “Capitale della Ristorazione”.
Dai 15 protagonisti della haute cuisine della prima sua prima edizione si è arrivati ai 20 di quest’anno che, dal 14 gennaio fino al 30 aprile, propongono un menu completo (antipasto, primo, secondo, dolce, caffè, acqua e vino) al costo di 60 euro a persona, con tre eccezioni (che hanno invece un prezzo di 120 a persona).
La formula è valida sia a pranzo che a cena, con prenotazione obbligatoria, a esclusione dei giorni di San Valentino e di Pasqua. I locali appartengono alle province di Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Sondrio, per un totale di 14 stelle, di cui due che si aggiungono per la prima volta al progetto.
Una nuovissima (arrivata con l’edizione 2020 della Michelin), quella di Impronte a Bergamo, e l’altra di più lungo corso, quella del Cantinone di Madesimo, in provincia di Sondrio.
Impronte lascia il segno, nella prima periferia della cittadina, con una proposta identitaria, intensa e diretta, che abbraccia il territorio per spingersi fino alle origini siciliane del cuoco, Cristian Fagone, che in sala è coadiuvato dalla moglie Francesca Mauri, suo alter-ego.
Ogni piatto di Fagone nasce da un ricordo e si sostanzia di una materia prima stagionale valorizzata da tecnica e ricerca, per un risultato che unisce semplicità e profondità, portando in tavola la rivisitazione di ricette italiane e non solo.
Il locale è specchio della cucina: stile moderno, contemporaneo, mood metropolitano e mise en place minimal, così come l’arredo, che è essenziale ma curato nei dettagli e nella scelta dei materiali, per abbracciare l’ospite nell’eleganza della sobrietà.
Completamente diverso è lo scenario del Cantinone, ristorante incastonato tra le montagne che circondando Madesimo, 1600 metri di quota, in Valchiavenna. Una realtà gourmet tipicamente alpina, aperta da dicembre fino alla metà di aprile, che scalda i suoi avventori con pietanze dai sapori avvolgenti e coinvolgenti, opera dello chef Stefano Masanti e del suo braccio destro Stefano Ciabarri, che fanno una cucina dedita alla salvaguardia e alla valorizzazione dei prodotti e del gusto della valle, talvolta proposti in una versione fedele alla tradizione, più spesso riproposti in chiave moderna.
Accanto, una proposta enoica degna di nota, curata dalla moglie di Stefano, Raffaella Mazzina, sommelier di lunga esperienza, che lo supporta costantemente e incessantemente, fino a seguirlo oltreoceano per metà dell’anno, in Napa Valley, California, dove coordinano l’offerta gastronomica dell’azienda vitivinicola Vittorio Sattui.
Di Indira Fassioni