
"Il nostro vuole essere un esercizio del potere della legge regionale che si inserisce nell'attuazione di una sentenza della Corte Costituzionale che dichiara non punibile colui che asseconda e assiste la persona che ha scelto di finire con la propria vita. - Così il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani a Tgcom24 spiega le motivazioni che hanno spinto il consiglio regionale a approvare una legge - la prima in Italia - che regola i principi sul fine vita: "Ci sono delle condizioni specifiche che la Corte ha stabilito: quella che il paziente debba essere dipendente dalle apparecchiature, che abbia coscienza e determinazione nella scelta, di avere autonomia di poter scegliere, e che non abbia possibilità di guarigione e di cura. Qui si inserisce la legge che garantisce e offre gratuità e possibilità di essere seguiti nella propria scelta sul fine vita".
Il Presidente ci tiene a precisare: "Non è eutanasia ma è fissare le norme che dal punto dei vista della cura medica indichino un processo che già la Corte Costituzionale ha definito. Prima di lasciarlo a una Asl all'altra in modo diverso, preferiamo che ci sia un quadro normativo comune nella Regione recependo i principi già sanciti dalla Corte che possano porsi in un quadro di uguaglianza." Per Giani, dunque, è una legge che più che fissare principi vuole essere di regolamentazione medico-amministrativa. "Cerchiamo di mettere ordine e di fissare una procedura, un protocollo, per razionalizzare quello che avviene nelle Asl", ha concluso