Arabia Saudita, c'è anche la firma dell'Italia nela megalopoli del futuro Neom
Le nostre imprese stanno già lasciando il segno siglando contratti per un valore di circa 6,3 milardi di dollari in settori strategici come infrastrutture, sviluppo urbano, edilizia e trasporti
La megalopoli del futuro Neom sta prendendo vita nel nord-ovest dell'Arabia Saudita. Un colossale hub tecnologico e 100% sostenibile che punta a trasformare il Paese - storicamente dipendente dal petrolio - nel simbolo globale della transizione economica e ambientale. Con costi di realizzazione che sfiorano i 500 miliardi di dollari, dal 2021 - quando il principe ereditario Mohammed bin Salman ne aveva annunciato l'avvio - sta riscrivendo le regole dell'urbanistica mondiale... ora, però, anche con la firma dell'Italia.
Le nostre imprese stanno già lasciando il segno siglando contratti per un valore di circa 6,3 milardi di dollari in settori strategici come infrastrutture, sviluppo urbano, edilizia e trasporti. L'obiettivo: favorire l'export del Made in Italy e aprire nuove opportunità per le filiere. Un sigillo, insomma, su un progetto che rivoluzionerebbe le regole del possibile. Apartire da "The Line": due grattacieli orizzontali lunghi 170 chilometri che sfidano i limiti dell'architettura. Una sorta di "grande muraglia" high-tech a zero emissioni, dove 9 milioni di persone potranno vivere senza auto né strade.
Con i primi distretti operativi già nel 2025 e la completa realizzazione entro il 2026, Neom arriverebbe infatti a coprire un'area grande quasi quanto il Belgio. Previsioni, certo, ma in cui una cosa è certa: tra le lingue del futuro, si parlerà anche italiano.