Mandato di arresto contro Netanyahu, Italia "in una posizione delicata"
I commenti da Roma alla decisione della Corte penale internazionale
"Decisione sbagliata, ma rispetteremo gli accordi". E' il ministro della Difesa Crosetto il primo a commentare la sentenza della corte penale internazionale - organismo cui aderisce l'Italia - che ha dichiarato criminali di guerra Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Gallant insieme ai vertici di Hamas. "La Corte - ci tiene a precisare Crosetto - mette sullo stesso piano il premier israeliano con il capo degli attentatori di Hamas. Sono due cose completamente diverse. Ma sul piano del diritto, se Netanyahu venisse in Italia, saremmo obbligati ad arrestarlo". "Un'assurdità, - commenta il vicepremier Salvini.
Da sempre schierata al fianco di Israele nella lotta al terrorismo, l'Italia si trova dunque in una posizione delicata. A dirlo apertamente è il vicepremier - e ministro degli Esteri - Tajani che invita tutti ad approfondire meglio la vicenda.
Dall'opposizione è la segretaria del Pd Schlein a sostenere che "si tratta di un mandato di cattura che tutti i Paesi firmatari sono tenuti a ottemperare e questo vuol dire che ci aspettiamo che anche il governo italiano sia conseguente". Perentorio il giudizio del leader Cinquestelle Conte che parla di follia criminale da parte dello Stato ebraico e che definisce vergognosa la prudenza dimostrata dal governo italiano.
Fuori dal coro del centrosinistra, l'ex premier Renzi - leader di Italia viva - convinto che una soluzione di pace non può essere raggiunta a colpi di mandati di cattura.