la testimonianza

Alluvione Valencia, l'italiano Bruno Pomara a Tgcom24: "Gente sorpresa nei centri commerciali"

Il 40enne, docente di Storia all'Universitat de València, ripercorre le ore della catastrofe e dà aggiornamenti sui 16mila italiani censiti in città

"Alle 20 di quel martedì la gente era nei centri commerciali a fare la spesa o faceva ritorno a casa a fine giornata perché quelli colpiti dall'alluvione sono quartieri a sud di Valencia e paesini dormitorio". A Tgcom24 descrive così come momenti di normalità per la mancata allerta di forte maltempo Bruno Pomara, 40enne palermitano, docente di Storia all'Universitat de València.

"Mi trovo in una zona sicura nel centro nord della città - precisa Pomara, - la catastrofe è avvenuta fuori dalla circonvallazione Sud, dove il fiume Turia, negli anni Settanta, è stato deviato per permettere l'irrigazione di quella che un tempo era un'area rurale e che negli ultimi due decenni è stata densamente urbanizzata con centri commerciali, appunto, e anche fabbriche e residenze. E lì ha distrutto tutto".

"Questa è una delle peggiori tragedie legate al clima che la Spagna ricordi. L'ultima risaliva al 1996 a Biescas, mentre Valencia stessa era stata fortemente colpita nel 1957. E già allora si decise di deviare il fiume Turia, che al tempo attraversava il centro città", aggiunge.


Come stanno gli italiani di Valencia? "Subito, - risponde Pomara, - come comunità italiana ci siamo organizzati sulle varie chat e pagine social per reperire i connazionali irraggiungibili. Da stanotte ne manca solo uno all'appello e speriamo che presto dia notizie. In 16mila siamo censiti a Valencia e proprio nella zona colpita dalla catastrofe ne vivono un migliaio che lì hanno anche attività commerciali, ristoranti, pizzerie e hanno perso tutto".

"Ora sono commosso nel vedere la gara di solidarietà che è partita, con migliaia di volontari di tutte le età che attraversano la città spaccata in due per portare aiuti. Camminano per chilometri, per ore", conclude.