"Per la mia tesi di laurea in dottrine politiche, avevo studiato il primo dopoguerra nelle campagne ferraresi. E così ho pensato di ambientare una storia in quel periodo". Intervistato dal direttore Paolo Liguori, l'ex ministro della Cultura, Dario Franceschini ha svelato come è nato Aqua e Tera, il suo nuovo romanzo.
"Le campagne ferraresi - spiega - oggi conosciute per la loro produttività, un tempo erano solo paludi, luogo di malaria e altri malattie. Furono bonificate esclusivamente grazie al sudore dei braccianti". Proprio da lì nasce la rabbia delle leghe rosse e la reazione fascista con gli omicidi". Ed è in questo contesto di violenza che Franceschini ha deciso di raccontare la storia d'amore tra due ragazzi.
Sul rapporto tra scrittura e politica, l'ex ministro ha evidenziato la diffidenza che "in Italia si prova per il politico che scrive romanzi". A tal proposito, ha raccontato un aneddoto personale: "Camminavo con De Mita alla camera, non ero ancora parlamentare e avevo scritto già romanzi pur non avendoli ancora pubblicati. Indicandomi una persona, afferma: quello non sarà mai un politico. Gli chiesi perché? Risposta. Perché scrive romanzi. Non ebbi il coraggio di rispondere...".
Tornando sul suo libro, Franceschini ha smentito categoricamente che il fascismo raccontato nelle pagine da libro, faccia riferimento "alla destra che governa il Paese", quanto più "un invito, tenendo conto della storia, a non ripetere gli stessi errori del passato". Quindi il passaggio ai conflitti attuali: "Un secolo dopo - ha detto - ci sono ancora gli orrori. Noi pensiamo che sia tutto finito, ma non è così".
Infine un passaggio sulla politica: "Un'esperienza individuale, al contrario di come veniva vissuta collettivamente in precedenza, grazie alla formazione e agli incontri di riflessione. Oggi ci sono le chat...", ha concluso Dario Franceschini.