"Non lasciamo le nostre posizioni"

Libano, nella base Unifil cresce l'allerta: pattugliamenti interrotti

"Nonostante la preoccupazione, Tajani sottolinea l'importanza della missione di pace dell'Onu anche per il futuro

di Donata Rivolta

Massima allerta per il contingente italiano di caschi blu in Libano. Da ieri i 1200 soldati della brigata Sassari, guidati dal generale Stefano Messina, sono fermi nei bunker, tutti i pattugliamenti sono stati sospesi, ma per ora non è prevista l'evacuazione, come avvenne in parte durante la guerra del 2006. "Non lasciamo le nostre posizioni - ha detto il portavoce della missione Andrea Tenenti - i militari israeliani sono entrati in Libano, ma sono tornati indietro, hanno condotto incursioni limitate a ridosso della linea blu".

Ma se la zona dovesse diventare teatro di combattimenti, il piano di evacuazione è pronto, le navi sono posizionate nel porto di Tiro: "Per il momento non cambiano le regole d'ingaggio - dice il ministro degli esteri Tajani - ma gli altri italiani presenti in Libano lascino il paese". Nonostante la preoccupazione, Tajani sottolinea l'importanza della missione di pace dell'Onu anche per il futuro: "Alla riunione dei ministri degli esteri dell'unione Europea - dice - abbiamo proposto di rinforzare il ruolo di quel contingente".