La confessione di Sangare: "Sharon mi chiedeva perché"
Il"legale della famiglia Verzeni: "Stupito si parli di incapacità di intendere e di volere"
"Sharon aveva le cuffiette e guardava le stelle. Prima di colpirla le ho detto: "Scusa per quello che ti sto per fare". E lei, mentre la accoltellavo, mi diceva: "Perchè? Perchè?"'. È l'agghiacciante ricostruzione di Moussa Sangare, reo confesso dell'omicidio di Sharon Verzeni, durante l'interrogatorio con gli inquirenti. Il legale della famiglia della vittima respinge l'idea del "raptus" che, secondo la difesa, potrebbe aver colto l'omicida. "Il signor Sangare è uscito di casa con ben quattro coltelli e, prima del delitto, ha avuto il tempo di minacciare altre due persone. Mi ha molto stupito che si sia parlato di verosimile incapacità prima ancora di un esame completo degli atti", ha aggiunto. "Giustizia è fatta" è scritto su un cartello comparso a Terno d'Isola, dove Sharon è stata uccisa.