Omicidio Ravasio, fermato un sesto complice: è un meccanico
Avrebbe sistemato l'autovettura usata per commettere il delitto
C’è un altro fermo per l'omicidio di Fabio Ravasio, il 52enne investito e ucciso mentre era in sella alla sua bici, lo scorso 9 agosto, a Parabiago, in provincia di Milano. I carabinieri della Compagnia di Legnano hanno dato esecuzione a un decreto di fermo, emesso oggi dalla Procura di Busto Arsizio nei confronti di un 40enne di Parabiago. Il 40enne, meccanico, prima dell'omicidio avrebbe sistemato l'autovettura utilizzata per commettere il delitto, consigliando agli esecutori, di utilizzare quella e non altre auto tra le quali avrebbero potuto scegliere. Il fermato è stato portato alla Casa Circondariale di Busto Arsizio a disposizione dell’autorità giudiziaria. I Carabinieri della Compagnia di Legnano, lo scorso 23 agosto, avevano fermato 6 persone per concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione.
"Nulla sembra essere sufficiente per lei: schiava della sua cupidigia, vuole sempre di più". Così la gip di Busto Arsizio, Anna Giorgetti, delinea la figura di Adilma Pereira Carneiro, compagna della vittima e accusata di essere la mandante dell'omicidio. Secondo gli inquirenti, il movente dell'omicidio sarebbe proprio l'eredità dell'uomo, di Carneiro avrebbe beneficiato tramite i due figli avuti con Ravasio. Spuntano anche i sospetti sulla morte di due ex mariti, un brasiliano deceduto in patria e un italiano di Sedriano nel Milanese, morto a 48 anni, ufficialmente per infarto. Si indaga anche sull'ambiente religioso frequentato dalla vittima, adepta del Candomblè, una religione afrobrasiliana che prevede rituali esoterici, presumibilmente legati alla magia nera.