Amanda Knox condannata per calunnia, i giudici: "Accusò Lumumba per porre fine alle indagini"
Il memoriale scritto dall'americana dopo essere stata fermata per l'omicidio di Meredith Kercher è "un atto d'accusa" verso l'uomo
Amanda Knox accusò ingiustamente Patrick Lumumba dell'omicidio di Meredith Kercher "per uscire dalla scomoda situazione in cui si trovava, accusando un innocente per porre termine alle indagini, reputandosi in una posizione delicata e non potendo prevederne l'esito". Lo sostiene la Corte d'assise d'appello motivando la sentenza con la quale ha condannato per calunnia la trentasettenne di Seattle. Secondo i giudici Knox era "l'unica delle coinquiline di Meredith Kercher presente a Perugia la sera dei fatti e con la disponibilità della chiave d'accesso all'abitazione nella quale è avvenuto l'omicidio". Nelle motivazioni si sottolinea che "neppure nei giorni seguenti" a quando scrisse il memoriale "abbia chiarito agli inquirenti che Lumumba era estraneo alla vicenda, nonostante la consapevolezza dimostrata e il senso di colpa manifestato". "Il perdurare di tale atteggiamento segna una netta divaricazione dal comportamento volto alla collaborazione con gli investigatori, più volte rappresentato dalla difesa e dalla stessa imputata" sostiene la Corte.