

La leggenda narra che Partenope fosse una sirena capace di ammaliare tutti i marinai. Tutti tranne uno, Ulisse, che la respinse. Lei per il dolore si gettò in mare dove morì, il suo corpo arrivò proprio in queste acque e fu raccolto dai Cumani, il popolo che fondò Neapolis. Quella Neapolis che oggi compie 2.500 anni. Meravigliosa nelle sue contraddizioni. Dominata in lungo e in largo, ma pur sempre identitaria. Orgogliosa sì, ma con il costante bisogno di riconoscersi in un Masaniello. Il più amato, forse, rimane Diego, napoletano ad honorem. Ma fare una classifica è cosa ardua. Qui, sono nati davvero tanti grandi. Tanti gli eventi organizzati dal Comune in questo anno di celebrazioni, per una Napoli che vuole tornare Capitale. Dello sport, con due scudetti vinti negli ultimi 3 anni e con l’America’s Cup di vela alle porte. Del turismo, 20 milioni di visitatori solo quest’anno. Della cucina, bhe, lo è già da sempre. Alcuni la criticano ma tutti la cercano. Mille colori, 2.500 anni. Tanti auguri, Napoli