LE INDAGINI

Primario arrestato per presunta tangente, le intercettazioni: "Che c'importa dei malati..."

L'inchiesta rivela come i diritti delle cliniche private diventassero privilegi per chi era disposto a pagare

"Che c'importa dei malati, è un problema loro se qui non si trovano bene". Pazienti come numeri, da smistare nei centri di dialisi privati in cambio di soldi e favori. E' l'intercettazione shock inserita nell'inchiesta sulla corruzione contestata a Roberto Palumbo, primario di nefrologia dell'ospedale romano Sant’Eugenio, che fotografa la scarsa considerazione dei malati. A parlare così è una dottoressa responsabile della gestione dei dializzati. Sei centri medici privati coinvolti, 14 persone indagate a vario titolo, soldi in nero e benefit per centinaia di migliaia di euro. per l'accusa è il presunto sistema Palumbo. "Se tu devi abbassare le liste di attesa - diceva il primario a un imprenditore al telefono - io ti aiuto, te li faccio io".

Per chi indaga il malato era un bancomat da utilizzare per "un'indebita commistione con interessi privati" si legge nell'ordinanza del giudice che convalida i domiciliari a Palumbo. L'inchiesta rivela come i diritti delle cliniche private diventassero privilegi per chi era disposto a pagare. Al telefono Palumbo dice: "tu ora mi scriverai tutti i posti che non mi sono ancora venduto". E l'assegnazione del centro dialisi non teneva conto delle esigenze del paziente come la distanza. "Diamo la priorità a quelli più vicini a noi, quelli con cui collaboriamo", spiega il primario al telefono.

La conferma arriva dal titolare di una clinica amica: "Palumbo su tutti favorirà me, perché ha visto che con me guadagna, con me sta tranquillo". Ricette in bianco agli amici delle cliniche per ottenere rimborsi facili. Un fiume di denaro per ogni dializzato - secondo l'inchiesta - al punto da far dire a una responsabile di un centro coinvolto: "Quando un paziente inizia, preparati, che andiamo a bere, brindiamo".