Liv: "Mi trovavo sulla metropolitana con i miei genitori. Poco prima quel giorno mia madre aveva fatto un commento sulla mia gonna, dicendo: “Non puoi indossare quella in metropolitana.” Ma faceva caldo e volevo indossarla, quindi l’ho fatto. Davanti a noi erano seduti due ragazzi in completo. All’improvviso, uno di loro ha detto all’altro: “Che cazzo stai facendo? Stavi fotografando la gonna di quella ragazza!”. Dopo qualche secondo, ho capito che stavano parlando di me"
1 di 10 |Liv: "Mi trovavo sulla metropolitana con i miei genitori. Poco prima quel giorno mia madre aveva fatto un commento sulla mia gonna, dicendo: “Non puoi indossare quella in metropolitana.” Ma faceva caldo e volevo indossarla, quindi l’ho fatto. Davanti a noi erano seduti due ragazzi in completo. All’improvviso, uno di loro ha detto all’altro: “Che cazzo stai facendo? Stavi fotografando la gonna di quella ragazza!”. Dopo qualche secondo, ho capito che stavano parlando di me"
Gina: "Mi trovavo al British Summertime Festival, quando un gruppo di ragazzi ha cominciato a darmi fastidio. Ho chiesto loro di lasciarmi in pace ma hanno continuato. Per dispetto uno di loro ha infilato le sue mani tra le mie gambe, su per la gonna, per fare una foto all’inguine. Allora gli ho strappato dalle mani il telefono e mi sono fatta strada tra la folla per correre verso la polizia, che però mi ha detto di non poter far nulla. Gli agenti hanno fatto cancellare al ragazzo le foto dal telefono, eliminando le prove. Ho sentito un gran senso di vergogna"
2 di 10 |Gina: "Mi trovavo al British Summertime Festival, quando un gruppo di ragazzi ha cominciato a darmi fastidio. Ho chiesto loro di lasciarmi in pace ma hanno continuato. Per dispetto uno di loro ha infilato le sue mani tra le mie gambe, su per la gonna, per fare una foto all’inguine. Allora gli ho strappato dalle mani il telefono e mi sono fatta strada tra la folla per correre verso la polizia, che però mi ha detto di non poter far nulla. Gli agenti hanno fatto cancellare al ragazzo le foto dal telefono, eliminando le prove. Ho sentito un gran senso di vergogna"
Emmeline: "Era una calda sera di luglio su un treno affollato della metropolitana di Parigi. A un metro da me c’era un uomo che mi sorrideva in maniera insistente. Dopo alcuni minuti ho realizzato che si stava masturbando e gli era venuta un’erezione mentre mi fissava. Sono andata in panico e sono uscita di corsa alla fermata successiva"
3 di 10 |Emmeline: "Era una calda sera di luglio su un treno affollato della metropolitana di Parigi. A un metro da me c’era un uomo che mi sorrideva in maniera insistente. Dopo alcuni minuti ho realizzato che si stava masturbando e gli era venuta un’erezione mentre mi fissava. Sono andata in panico e sono uscita di corsa alla fermata successiva"
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Christina
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Olivia
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Shelley
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"Cheer Up Luv", foto e parole per raccontare il trauma delle molestie
1 di 10 |Liv: "Mi trovavo sulla metropolitana con i miei genitori. Poco prima quel giorno mia madre aveva fatto un commento sulla mia gonna, dicendo: “Non puoi indossare quella in metropolitana.” Ma faceva caldo e volevo indossarla, quindi l’ho fatto. Davanti a noi erano seduti due ragazzi in completo. All’improvviso, uno di loro ha detto all’altro: “Che cazzo stai facendo? Stavi fotografando la gonna di quella ragazza!”. Dopo qualche secondo, ho capito che stavano parlando di me"
2 di 10 |Gina: "Mi trovavo al British Summertime Festival, quando un gruppo di ragazzi ha cominciato a darmi fastidio. Ho chiesto loro di lasciarmi in pace ma hanno continuato. Per dispetto uno di loro ha infilato le sue mani tra le mie gambe, su per la gonna, per fare una foto all’inguine. Allora gli ho strappato dalle mani il telefono e mi sono fatta strada tra la folla per correre verso la polizia, che però mi ha detto di non poter far nulla. Gli agenti hanno fatto cancellare al ragazzo le foto dal telefono, eliminando le prove. Ho sentito un gran senso di vergogna"
3 di 10 |Emmeline: "Era una calda sera di luglio su un treno affollato della metropolitana di Parigi. A un metro da me c’era un uomo che mi sorrideva in maniera insistente. Dopo alcuni minuti ho realizzato che si stava masturbando e gli era venuta un’erezione mentre mi fissava. Sono andata in panico e sono uscita di corsa alla fermata successiva"
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