Il gesto di Elisa Di Francisca, argento olimpico nel fioretto, non è passato inosservato. L'italiana ha spiegato di aver portato la bandiera europea sul podio per le vittime di Parigi e Bruxelles. "L'Europa esiste ed è unita contro il terrorismo", ha spiegato.
1 di 5 © Ansa|Il gesto di Elisa Di Francisca, argento olimpico nel fioretto, non è passato inosservato. L'italiana ha spiegato di aver portato la bandiera europea sul podio per le vittime di Parigi e Bruxelles. "L'Europa esiste ed è unita contro il terrorismo", ha spiegato.
Ai Giochi di Città del Messico (1968), durante la premiazione dei 200 metri maschili, sia Tommie Smith (oro) che John Carlos (bronzo) si presentano scalzi (con calze nere) sul podio. Smith ha una sciarpa nera al suo collo: vuole rappresentare l'orgoglio dei neri americani. Carlos ha la tuta aperta, in solidarietà con gli operai statunitensi. Entrambi alzano il pugno con un guanto nero: è il saluto del "Black Power". Anche il terzo medagliato, l'australiano Peter Norman aderisce alla protesta e indossa sul petto il distintivo del Progetto Olimpico per i Diritti Umani.
2 di 5 © Afp|Ai Giochi di Città del Messico (1968), durante la premiazione dei 200 metri maschili, sia Tommie Smith (oro) che John Carlos (bronzo) si presentano scalzi (con calze nere) sul podio. Smith ha una sciarpa nera al suo collo: vuole rappresentare l'orgoglio dei neri americani. Carlos ha la tuta aperta, in solidarietà con gli operai statunitensi. Entrambi alzano il pugno con un guanto nero: è il saluto del "Black Power". Anche il terzo medagliato, l'australiano Peter Norman aderisce alla protesta e indossa sul petto il distintivo del Progetto Olimpico per i Diritti Umani.
Anche Vera Caslavska, ginnasta ceca, ha partecipato ai Giochi di Città del Messico. Dopo aver vinto la medaglia d'oro nell'ambito della trave e corpo libero, manifesta silenziosamente la sua contrarietà all'occupazione sovietica della Cecoslovacchia. Durante l'inno russo e l'innalzamento della bandiera, la bionda atleta distoglie lo sguardo abbassandolo. Ciò la rese una persona non grata al regime, che la costrinse al ritiro e impedì per molti anni la sua partecipazione a eventi sportivi.
3 di 5 © Dal Web|Anche Vera Caslavska, ginnasta ceca, ha partecipato ai Giochi di Città del Messico. Dopo aver vinto la medaglia d'oro nell'ambito della trave e corpo libero, manifesta silenziosamente la sua contrarietà all'occupazione sovietica della Cecoslovacchia. Durante l'inno russo e l'innalzamento della bandiera, la bionda atleta distoglie lo sguardo abbassandolo. Ciò la rese una persona non grata al regime, che la costrinse al ritiro e impedì per molti anni la sua partecipazione a eventi sportivi.
Alle Olimpiadi di Berlino (1936), Son Kitei - atleta coreano - è costretto a gareggiare con la maglia del Giappone dopo l'annessione di quest'ultimo della Corea. Vince l'oro nella maratona. Al momento della premiazione, abbassa lo sguardo in segno di protesta: verrà squalificato. Nelle interviste del dopo-gara, l'atleta sottolineò di essere coreano, e non giapponese. Morto nel 2002, è considerato eroe nazionale.
4 di 5 © Dal Web|Alle Olimpiadi di Berlino (1936), Son Kitei - atleta coreano - è costretto a gareggiare con la maglia del Giappone dopo l'annessione di quest'ultimo della Corea. Vince l'oro nella maratona. Al momento della premiazione, abbassa lo sguardo in segno di protesta: verrà squalificato. Nelle interviste del dopo-gara, l'atleta sottolineò di essere coreano, e non giapponese. Morto nel 2002, è considerato eroe nazionale.
Ai Giochi di Anversa (1920) ci fu una clamorosa protesta nella finale di calcio. Dopo essere passati in vantaggio su calcio di rigore, il Belgio padrone di casa segnò la seconda rete: entrambi i goal furono assai contestati dai giocatori della Cecoslovacchia. Al 40esimo minuto l'arbitro espulse un giocatore degli ospiti, che dopo tre minuti abbandonarono il campo: secondo loro il direttore di gara stava favorendo il Belgio. La Cecoslovacchia fu squalificata: l'oro andò al Belgio, e la finale del terzo posto tra Spagna (argento) e Paesi Bassi (bronzo) divenne una "finale per il secondo posto".
5 di 5 © Wikipedia|Ai Giochi di Anversa (1920) ci fu una clamorosa protesta nella finale di calcio. Dopo essere passati in vantaggio su calcio di rigore, il Belgio padrone di casa segnò la seconda rete: entrambi i goal furono assai contestati dai giocatori della Cecoslovacchia. Al 40esimo minuto l'arbitro espulse un giocatore degli ospiti, che dopo tre minuti abbandonarono il campo: secondo loro il direttore di gara stava favorendo il Belgio. La Cecoslovacchia fu squalificata: l'oro andò al Belgio, e la finale del terzo posto tra Spagna (argento) e Paesi Bassi (bronzo) divenne una "finale per il secondo posto".
Dalla Di Francisca al pugno di Tommie Smith: gli storici gesti politici alle Olimpiadi
1 di 5 © Ansa|Il gesto di Elisa Di Francisca, argento olimpico nel fioretto, non è passato inosservato. L'italiana ha spiegato di aver portato la bandiera europea sul podio per le vittime di Parigi e Bruxelles. "L'Europa esiste ed è unita contro il terrorismo", ha spiegato.
2 di 5 © Afp|Ai Giochi di Città del Messico (1968), durante la premiazione dei 200 metri maschili, sia Tommie Smith (oro) che John Carlos (bronzo) si presentano scalzi (con calze nere) sul podio. Smith ha una sciarpa nera al suo collo: vuole rappresentare l'orgoglio dei neri americani. Carlos ha la tuta aperta, in solidarietà con gli operai statunitensi. Entrambi alzano il pugno con un guanto nero: è il saluto del "Black Power". Anche il terzo medagliato, l'australiano Peter Norman aderisce alla protesta e indossa sul petto il distintivo del Progetto Olimpico per i Diritti Umani.
3 di 5 © Dal Web|Anche Vera Caslavska, ginnasta ceca, ha partecipato ai Giochi di Città del Messico. Dopo aver vinto la medaglia d'oro nell'ambito della trave e corpo libero, manifesta silenziosamente la sua contrarietà all'occupazione sovietica della Cecoslovacchia. Durante l'inno russo e l'innalzamento della bandiera, la bionda atleta distoglie lo sguardo abbassandolo. Ciò la rese una persona non grata al regime, che la costrinse al ritiro e impedì per molti anni la sua partecipazione a eventi sportivi.
4 di 5 © Dal Web|Alle Olimpiadi di Berlino (1936), Son Kitei - atleta coreano - è costretto a gareggiare con la maglia del Giappone dopo l'annessione di quest'ultimo della Corea. Vince l'oro nella maratona. Al momento della premiazione, abbassa lo sguardo in segno di protesta: verrà squalificato. Nelle interviste del dopo-gara, l'atleta sottolineò di essere coreano, e non giapponese. Morto nel 2002, è considerato eroe nazionale.
5 di 5 © Wikipedia|Ai Giochi di Anversa (1920) ci fu una clamorosa protesta nella finale di calcio. Dopo essere passati in vantaggio su calcio di rigore, il Belgio padrone di casa segnò la seconda rete: entrambi i goal furono assai contestati dai giocatori della Cecoslovacchia. Al 40esimo minuto l'arbitro espulse un giocatore degli ospiti, che dopo tre minuti abbandonarono il campo: secondo loro il direttore di gara stava favorendo il Belgio. La Cecoslovacchia fu squalificata: l'oro andò al Belgio, e la finale del terzo posto tra Spagna (argento) e Paesi Bassi (bronzo) divenne una "finale per il secondo posto".