Un nomignolo a prima vista innocuo, ma che non si riferisce a una presunta passione di Trump per la cucina messicana, se mai ci fosse nel suo “America first”. “Taco” è l’acronimo coniato dal giornalista del Financial Times, Robert Armstrong, per delineare la politica commerciale del tycoon fatta di grandi annunci e altrettanti passi indietro. “Trump Always Chickens Out”, ovvero “Trump si tira sempre indietro”.
Il significato -
L’acronimo sta prendendo velocemente piede tra gli impiegati di Wall Street per indicare lo schema di andamento degli indici azionari. Come ormai è diventata consuetudine, i grandi annunci propagandistici di Trump di nuovi dazi creano una forte oscillazione al ribasso dei titoli più esposti, per i timori di guerre commerciali e aumento dei costi di produzione. Solo per far passare qualche giorno e ritornare indietro sulle minacce fatte, spesso per intraprendere negoziati. Questo porta a una reazione positiva dei mercati e spesso a un recupero del valore in borsa.
Il cilo prevedibile -
Il “Taco trade” è una strategia che si è affermata tra gli operatori finanziari, vista la sua ciclicità. Un esempio: i dazi sulla Cina. In un primo momento erano state imposte tariffe sui prodotti made in China per quasi «il 145% del loro valore», solo per poi, pochi giorni dopo, annunciare una riduzione «prima al 100%» e poi al 30% dei dazi. Meccanismo simile anche per quanto riguarda i rapporti commerciali con l’Unione Europea. Annuncio di nuove imposte al 50%, solo per poi posticiparle a luglio, per permettere ulteriori trattative. Secondo quanto affermato da Trump questi cambiamenti sono dovuti alla sua volontà di portare Cina e UE al tavolo delle trattative.
Il presidente americano ha dimostrato di non gradire questa nuova etichetta. Durante un’intervista nello studio ovale, il tycoon si è mostrato infastidito dalla domanda di una giornalista sul suo nuovo soprannome “Taco”. "È una domanda sgradevole. Non sarebbero nemmeno qui a negoziare se non avessi imposto quella tariffa. Ora che cerco un compromesso più ragionevole, dicono che sono un codardo. Questa è una brutta domanda".