Resilienza: che cos’è e come svilupparla
Un decalogo per coltivare l’attitudine che ci rende capaci di adattarci alle situazioni e a superare le difficoltà.
In questi ultimi anni, così difficili, se ne è parlato spesso: la resilienza in ingegneria è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Analogamente, in campo psicologico e sociologico, il termine indica l’attitudine e la capacità di fronteggiare un evento anche traumatico senza esserne travolti, ma riorganizzando all’occorrenza la propria vita davanti alle difficoltà e cogliendo ogni opportunità che possa presentarsi. Molti sono convinti che sia una dote rara: appartiene invece a ciascuno di noi e possiamo, in qualche modo, “allenarla”.
Come spiegano gli esperti dell’ istituto di ricerca della Fondazione Paoletti, i processi cerebrali che ci permettono di superare avversità e stress sono comuni a tutti gli esseri umani e possono essere esercitati e potenziati proprio come fa un atleta con i suoi muscoli durante l’allenamento. Ci sono dieci chiavi che possono aiutarci a sviluppare le nostre capacità di resilienza nella quotidianità e predisporci positivamente davanti alle difficoltà: il decalogo che ne scaturisce è frutto di un approccio multidisciplinare che intreccia la ricerca neuroscientifica e psico-pedagogica in cui la Fondazione è impegnata da quasi due decenni con le più recenti scoperte sul funzionamento del nostro cervello, realizzate da ricercatori in tutto il mondo.
1 - RIPARTIRE DA CIO’ CHE SI PUO’ CONTROLLARE E PRENDERE PICCOLE DECISIONI - Il
potere di decidere ha un effetto straordinario sulla nostra mente, anche se si tratta di controllare piccole cose. Una decisione intenzionale crea infatti l’intenzione di muoversi in una certa direzione e questo riduce il numero di variabili che la nostra corteccia cerebrale deve valutare. Aumenta la fiducia in noi stessi e diminuisce ansia e preoccupazione, soprattutto quando intorno a noi tutto sembra incerto e instabile.
2 - INDIVIDUARE OBIETTIVI RAGGIUNGIBILI, STIMOLANTI E MISURABILI – Quando i nostri obiettivi non sono chiaramente definiti, il cervello può avere difficoltà a stabilire come e quando realizzarli. Questo porta ad una progressiva demotivazione e ad una riduzione delle sostanze chimiche che ci danno energia e soddisfazione. Per questo è importante porsi anche pochi obiettivi che consideriamo alla nostra portata, anche a medio e lungo termine, e molto specifici. In questo modo diventa più facile combattere la demotivazione e la depressione.
3 - ESSERE GRATI –Una ricerca dell’Università di Berkeley ha rilevato che le aree cerebrali legate alle relazioni sociali e all’empatia sono più sviluppate nelle persone che praticano la gratitudine. Essere grati per ciò che siamo, per ciò che abbiamo, specialmente nei momenti in cui perdiamo qualcosa, è importantissimo per non cadere nella depressione. Teniamo un diario in cui scrivere ciò per cui siamo grati: può alleviare lo stress, ridurre i sintomi depressivi e incoraggiarci a essere più consapevoli di ciò che ci rende felici, senza dare nulla per scontato.
4 - CAMBIARE POSTURA PER CAMBIARE ATTITUDINE - Il nostro corpo a volte assume posizione involontarie che però influenzano il nostro umore. Ad esempio, se siamo tristi o di cattivo umore, tendiamo a ripiegarci fisicamente su noi stessi. Prendere coscienza della nostra postura e assumere una posizione più assertiva, anche solo per pochi minuti al giorno, può aiutarci a sentirci più forti e a stare meglio.
5 - LASCIARSI ISPIRARE – Prendiamo come modelli i personaggi famosi della storia che hanno saputo superare le loro difficoltà. Questo ci aiuterà a capire che gli ostacoli possono essere i punti di partenza su cui costruire un successo.
6 - CHIEDIAMOCI CHE COSA È DAVVERO IMPORTANTE – A volte capita di essere infelici perché non inseguiamo le cose davvero importanti per noi, come la famiglia, l’amore o la libertà. Imparare a comprendere questo ci rende più forti: la vera linfa della resilienza è avere un obiettivo da coltivare nella propria vita.
7 - IMPARARIAMO A CONDIVIDERE – Nei momenti difficili tendiamo a isolarci, come se il dolore fosse una cosa da vivere da soli. In realtà condividere il dispiacere, e soprattutto il desiderio di superarlo, può allargare la nostra visione sulla vita. L’altro, allora, diventa una risorsa, come colui che può darci ciò di cui abbiamo bisogno.
8 - ESSERE CURIOSI – La curiosità ci spinge a prestare attenzione e ci fa sentire responsabili del mondo che sta intorno a noi. Per questo, nei momenti di crisi è bene esplorare nuovi orizzonti: potremmo scoprire nuovi aspetti di noi stessi che ancora non conoscevamo.
9 - L’AUTO-BENEDIZIONE: UN RITO PRIMA DI DORMIRE – Alleniamoci a dire bene, cioè a benedire, di ciò che abbiamo fatto e vissuto durante la giornata. Costruiamo una narrazione positiva e pro-attiva di quello che abbiamo fatto nel corso della giornata: in questo modo creeremo uno spazio interiore di accoglienza e di accettazione anche dei nostri limiti, per predisporci a superarli domani. Aiuteremo anche il nostro cervello a processare le esperienze vissute e a metterle in ordine durante la notte.
10 - PRATICARE UN MINUTO OMM (One Minute Meditation) - Molti studi hanno dimostrato l’importanza della meditazione per migliorare le funzioni cognitive, la gestione delle emozioni e il benessere fisico. La pratica della tecnica OMM (One Minute Meditation), intesa come meditazione breve, anche di un solo minuto, da ripetere anche più volte al giorno, è un aiuto reale per avere più consapevolezza di se stessi, e percepire una maggiore calma e distensione muscolare.
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