Salutati da un lungo applauso

Trieste, funerali dei poliziotti uccisi in questura: in migliaia a rendere omaggio

Tra le autorità presenti, il ministro degli Interni Luciana Lamorgese e il questore Giuseppe Petronzi: “Esserci sempre: è questa l'essenza della nostra attività”

© Ansa

Folla di autorità e di cittadini ai funerali di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i poliziotti uccisi a Trieste il 4 ottobre, celebrati nella chiesa di sant'Antonio Taumaturgo. Migliaia di persone hanno seguito la messa, celebrata dal vescovo Giampaolo Crepaldi, per poi salutare i feretri con un lungo applauso all’uscita della chiesa. Tra i presenti, il ministro degli Interni Luciana Lamorgese, il presidente della Camera Roberto Fico, il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, il capo della Polizia Franco Gabrielli e le autorità locali, tra cui il governatore Massimiliano Fedriga, il questore Giuseppe Petronzi e il prefetto Valerio Valenti.

"Esserci sempre: è questa l'essenza della nostra attività. Il dolore è inevitabile. Arrendersi sarebbe per sempre". E' il saluto del Questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, che sull'altare si è interrotto, colto da commozione nel ricordare le due vittime. "Nessuna parola può lenire il dolore per la perdita di Matteo e Pierluigi. La polizia si muove alla velocità della vita. Questa corsa è la variegata essenza della nostra attività. Talora ci si scontra con la realtà e la vita si ferma. Matteo e Pierluigi si erano già distinti per la loro capacità di arrivare prima, salvando la vita di un giovane che voleva lanciarsi nel vuoto. Questa è l'autentica essenza del nostro agire quotidiano". Ha poi concluso con la frase pronunciata da Matteo e Pierluigi in un video registrato durante una delle tanti notti di servizio: "Dormite sonni tranquilli, qui ci siamo noi".

"Siamo vicini alle famiglie e il pensiero va a questi ragazzi la cui vita è stata spezzata in maniera improvvisa e assurda", è il commento del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Ha ammesso poi di essersi "molto commossa" alle parole di Petronzi: "Erano dette col cuore ed è quello che ognuno di noi pensava".

"Oggi sono qui in rappresentanza del Senato ma mi sento un cittadino italiano che si inginocchia di fronte a tanta sofferenza ed è grato, come credo lo siano tutti gli italiani, a coloro che danno anche la vita per la nostra sicurezza" ha dichiarato dopo la cerimonia il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa. "Le forze dell’ordine ci hanno forse abituato a questi sacrifici ma non dobbiamo abituarci".

Numerosi anche i cittadini qualsiasi presenti, "Erano due ragazzi come noi, per questo non ci abbiamo pensato più di tanto prima di venire qua", dicono Sara e Maura, due commesse che lavorano poco lontano. "Sono venuta perché la considero una tragedia umana - racconta Elisa - ormai Trieste non è più la città tranquilla di prima”. "Poteva esserci lui" racconta una ragazza con gli occhi pieni di lacrime, "io sono una studentessa e il mio fidanzato è un militare mi viene da piangere a pensarci". Mario invece fa l'artigiano: "i poliziotti li vedo perché girano per la città e quello che è accaduto va oltre a ogni pensiero. È veramente un dramma. Il rovescio della medaglia di questa terribile tragedia è vedere una città così unita nel dolore”.