“Mi hanno licenziata perché sono transessuale”, si legge in un amaro post Facebook scritto da Giovanna Cristina Vivinetto, 25 anni, poetessa vincitrice del “Premio Viareggio” e docente di letteratura al triennio linguistico dell’Istituto privato Kennedy a Roma. L’insegnante racconta di essere stata assunta il 23 settembre scorso, per poi, dopo solo due settimane, essere allontanata dalla scuola con motivazioni che definisce “confuse e poco credibili”. Non è dello stesso parere l’amministrazione scolastica, che considera il licenziamento “corretto” e non commenta la vicenda.
Il racconto della prof - “Prima della mia assunzione, c'era stato un serrato confronto tra la proprietaria della scuola Daniela Cozzolino, che era favorevole ad avermi nel corpo docente e ha cercato di tenermi fino all’ultimo, e la preside Vincenzina Piccolino, contraria, e che, alla fine, mi ha licenziata”, spiega la Vivinetto.
La prof poetessa sostiene di avere avuto un ottimo rapporto con i suoi studenti, che si confidavano con lei ed erano entusiasti del suo metodo d’insegnamento. Per questo motivo, l’improvviso licenziamento le è sembrato del tutto ingiustificato: “Secondo la dirigenza sono indietro con il programma e faccio lezione troppo velocemente: due punti in assoluta contraddizione”, scrive. “Mi hanno anche detto che non riesco a essere coinvolgente nelle spiegazioni e che non sono una docente efficace perché la mia attitudine da poetessa è troppo forte”.
Quando Vivinetto ha provato a contestare queste tesi confuse, la dirigente scolastica si è giustificata sostenendo che spesso gli studenti sono “infami”: "Ti dicono una cosa e poi a noi vengono a dire il contrario: non devi mai credergli". "Durante la tua assenza per malattia - ha anche riferito all'insegnante - genitori e ragazzi hanno trovato il coraggio di lamentarsi”.
“In sostanza, credo che la motivazione di questo gesto sia la mia transessualità - ribadisce la prof licenziata - forse qualcuno si è lamentato con la dirigente, che ha cercato il primo pretesto per mandarmi via”. La giovane docente si dichiara amareggiata e dispiaciuta che un istituto privato possa scadere in questo tipo di discriminazione: “E’ assurdo che la serietà e la professionalità non si trovino a scuola, luogo dove dovrebbero essere scontate. Perché da lì passa la cosa più preziosa: il nostro futuro”.