"Revocare una finale è un atto forte. Penso che ora non siamo nemmeno nelle condizioni di discuterne". Lo ha detto Michele Uva, vicepresidente Uefa, a Radio anch'io Sport, circa la possibilità che, in seguito all'invasione della Siria, sia revocata la scelta di Istanbul per disputare la finale di Champions del 30 maggio. "E' chiaro che con il comitato esecutivo ed il presidente Ceferin, valuteremo le situazioni, ma ora è prematuro parlarne".
Twitter contro la finale ad Istanbul - Gli avvenimenti in Siria hanno causato una vera e propria mobilitazione sul social del cinguettio. Da ogni parte del mondo impazza l'hashtag #NoFinaleChampionsaIstanbul, con cui gli utenti stanno chiedendo a gran voce di revocare allo Stadio Olimpico Atatürk di Istanbul la finale di coppa prevista per il 30 maggio 2020. Dal giornalista sportivo Marco Mazzocchi fino alla senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini, anche in Italia si moltiplicano le voci a favore della sanzione nei confronti del governo di Ankara. La bufera social ha portato anche alla nascita di una petizione sul portale Change.org, dove in poche ore ha già raccolto decine di firme.
La nazionale turca appoggia Erdogan - Alla polemica si aggiunge anche l'esultanza dei giocatori turchi durante il match contro l'Albania: al gol di Tosun, che al 90esimo minuto ha regalato la vittoria alla squadra di casa, la squadra ha deciso di festeggiare facendo il saluto militare, per comunicare il loro appoggio all'offensiva nel nord-est della Siria. La Uefa ha fatto sapere la questione è già sotto esame, in quanto il regolamento "vieta riferimenti politici o religiosi da parte delle squadre"
Il calcio italiano scende in campo sulla questione - Anche in Italia alcuni calciatori hanno espresso la loro opinione sull'operazione "Sorgente di pace" messa in atto dal Presidente Erdogan: il centravanti della Roma Cengiz Under ha postato una foto che lo ritrae mentre esegue il saluto militare, scatenando l'ira dei tifosi giallorossi; il difensore bianconero Merih Demiral ha dimostrato sostegno all'invasione dichiarando che "la Turchia ha 911 chilometri di confine con la Siria. Questo è un corridoio di terroristi. La missione della Turchia è di prevenire la creazione di un corridoio del terrore sui nostri confini meridionali e di riportare due milioni di siriani in territori sicuri". L'ex centrocampista Claudio Marchisio si era esposto invece a favore delle popolazioni curde, riprendendo le parole del conduttore di Piazza Pulita Corrado Formigli, il quale si domanda: "Come possiamo voltarci dall'altra parte dopo che i curdi sono stati osannati come gli eroi che hanno sconfitto l'Isis?"