"Le scissioni sono degli altri, noi siamo qui tutti insieme e ripartiamo per altri dieci anni che saranno dieci anni di governo". Lo ha detto Luigi Di Maio, nell'intervento conclusivo di Italia 5 stelle a Fuorigrotta. Il capo politico del M5s ha poi aggiunto che "saremo sempre l'ago della bilancia di ogni governo, il Movimento sarà al centro della politica e deciderà la linea da portare avanti".
"Non proponiamo alleanza con il Pd, ma patti civili" - Sul nodo alleanze con il Partito democratico, Luigi Di Maio ha chiarito la sua posizione ribadendo: "Quella umbra non è un'alleanza. Molti mi dicono 'Luigi ma allora non possiamo parlare più male del Pd?' E io dico 'tu puoi farlo, ma sei sicuro che serva ancora parlare male degli altri?'. Noi non proponiamo alleanze regionali con il Pd, noi al massimo proporremo altri patti civili per liberare le Regioni dalle correnti, dai partiti".
"Alleati con De Luca? Neanche per sogno" - "Ci dicono 'ma allora fate un'alleanza con De Luca?'. Ma neanche per sogno", ha ribadito il leader del M5s.
"La legge elettorale non è una scusa per restare al governo" - "Non restiamo al governo perché costretti, ma finché si possono fare le cose con i voti. Quando
i voti in Parlamento non ci sono più possiamo anche andare a votare, c'e' una legge elettorale operativa. Per carità, la legge elettorale va toccata" dopo la riforma sul taglio dei parlamentari "ma non deve essere uno strumento per restare obbligatoriamente al governo".
"Per i grandi evasori serve carcere o confisca" - Di Maio ha parlato anche del problema dell'evasione. "Sul carcere ai grandi evasori, vedrete che diranno che vogliamo mandarli tutti in galera. Quando qualcosa non va bene utilizzano sempre lo strumento del terrorizzare: ma se uno ha emesso fatture false per oltre
100mila euro do una multa di 40-50 mila euro lui sta sempre in attivo, se evade per un milione di euro ancora di più. Non si dica che è una misura contro i commercianti: possiamo colpire i grandi evasori con due modi, il primo e' la galera il secondo è la confisca, 'ovvero mi prendo cio' che hai preso".
Urla e insulti a giornalisti, nel mirino Le Iene - La seconda giornata della kermesse pentastellata è stata caratterizzata anche da momenti di tensione. Un parapiglia, infatti, è nato tra militanti e giornalisti a Italia 5 Stelle all'arrivo di Virginia Raggi. La sindaca di Roma, al suo arrivo, è stata subito fermata da decine
di giornalisti e attivisti, con i secondi che tentavano di impedire ai primi di fare domande. "Fatemi parlare un minuto con i cronisti, poi vengo a salutarvi", ha detto Raggi ma la situazione è precipitata all'arrivo di Filippo Roma de Le Iene. "Venduto, venduto", hanno urlato gli attivisti. La sicurezza ha quindi scelto di portare la Raggi nel retropalco per evitare che la situazione peggiorasse.