Sparava contro i suoi braccianti per spronarli a lavorare di più. L'uomo, un imprenditore agricolo di 35 anni, è stato arrestato dagli agenti del Commissariato di Terracina (Latina). Secondo le indagini, i suoi lavoratori sono stati ripetutamente minacciati e aggrediti dal loro capo. All'ennesimo licenziamento di un operaio, si è presentato nell'alloggio dei braccianti sparando e puntando loro l'arma alla gola.
Le indagini sono partite dalla segnalazione di cinque braccianti agricoli di origini indiane, Gli agenti hanno circondato la villa padronale dell´imprenditore agricolo facendo irruzione. Il 35enne, alla vista degli agenti, non ha opposto resistenza.
L'imprenditore dovrà rispondere dei reati di sfruttamento del lavoro, minaccia aggravata con l'utilizzo di arma da fuoco (fucile a pompa), lesioni personali, detenzione abusiva di munizionamento, omessa denuncia di materie esplodenti, avendo sottoposto manodopera (braccianti agricoli di nazionalità indiana) a condizioni lavorative degradanti nonché corrispondendo loro retribuzioni difformi dalla normativa vigente.
Ministro Bellanova: "Applicare la legge per intero" - "Non ho parole. E vorrei fosse chiaro fino in fondo che una delle ragioni per cui siamo chiamati a stroncare il caporalato è la degenerazione di ogni tipo a cui caporali e imprese senza scrupoli si sentono autorizzati. Ancora una volta ripeto: abbiamo un'ottima legge che va applicata per intero". Così il ministro dell'Agricoltura, Teresa Bellanova. "Deve essere altrettanto chiaro - aggiunge - crimini di questa natura non possono e non devono screditare un settore caratterizzato per la maggior parte da imprese sane e rispetto della dignità del lavoro. La legge va applicata fino in fondo anche per questo: difendere l'impresa sana".