Milano Golosa 2019
Appuntamento per gli artigiani del gusto nel capoluogo lombardo: la cucina della tradizione italiana incontra la contaminazione culturale e gastronomica.
Il piacere della bontà
Al via domani, 11 ottobre, l’ottava e nuova edizione di Milano Golosa: la manifestazione ideata dal “Gastronauta” Davide Paolini, che si tiene fino a lunedì 14 al Palazzo del Ghiaccio. Tre giorni all’insegna della gastronomia e dell’enologia italiane di alta qualità, tre giorni in cui 200 artigiani del gusto approdano a Milano per portare eccellenza di sapori, profumi, divertimento, per raccontare la materia prima e le cucine della tradizione italiana.
Per un’edizione che segna una svolta nella tradizione dell’evento, perché per la prima volta punta sulla contaminazione culturale e gastronomica: Milano Golosa 2019 ospita infatti Asian Taste, un intero padiglione dedicato all’Estremo Oriente e ai ristoratori che hanno portato l’offerta gastronomica asiatica italiana a un alto livello, cambiandone il paradigma di consumo e rendendola un mercato in netta crescita.
Nato dalla collaborazione tra Gastronauta© e
NO MAYO di
Maria Pranzo (
la prima guida ai ristoranti asiatici in Italia) è un vero viaggio nel gusto, un’immersione nelle tradizioni e nelle diverse culture asiatiche che sembrano così distanti dalla nostra ma che danno la possibilità di esplorare la contaminazione.
Tutto questo con uno sguardo rivolto alle necessità ambientali contemporanee:
Milano Golosa diventa totalmente ecosostenibile, eliminando la plastica dai prodotti e dall’allestimento, utilizzando prodotti e riunendo produttori che hanno in comune con la manifestazione la massima attenzione all’ambiente.
Colonne portanti di Milano Golosa e Asian Taste sono gli appuntamenti con gli chef e i produttori.
Le masterclass e i cooking show, vedono la partecipazione di numerosi chef, tra i quali
Fabio Pisani de
Il Luogo di Aimo e Nadia,
Masaki Inoguchi del ristorante
Sakeya,
Guglielmo Paolucci del ristorante orientale
Gong,
Federico Sisti, chef dell’
Antica Osteria Il Ronchettino di Milano,
Umberto Bombana del ristorante
8 1/2 Otto E Mezzo Bombana, l'unico tre stelle Michelin italiano fuori dai confini nazionali.
E ancora il bistellato
Giuseppe Mancino, de
Il Piccolo Principe a Viareggio,
Fumiko Sakai del
Bikini di Vico Equense,
Ivan Milani de
Al Pont de Ferr,
Michele Biassoni e Michael Fernando dello stellato giapponese
Iyo,
Gabriele Faggionato di
Carlo e Camilla in Duomo,
Luca Catalfamo di
Casa Ramen
,
Wicky Pryian del
Wicky’s,
Diego Rossi di
Trippa, lo chef
Kumalè, alias Vittorio Castellani e lo chef
Kin Cheung di
MU dimsum, ristorante di cucina tradizionale cantonese che terrà una
masterclass dedicata alla cerimonia del tè.
Due le novità in fatto di cibo e vino:
una lezione sul quinto quarto (le parti comunemente scartate) del tonno tenuta dallo spagnolo
Ekaitz Apraiz Olaeta del ristorante
Tunateca di Barcellona, e
Ao Yun, il vino cinese che vola al di sopra delle nuvole: un
Cabernet Sauvignon che prende vita sulle
alte pendici dell’Himalaya, tra i 2.200 e i 2.600 metri sul livello del mare. Più un nuovo spazio,
L’area delle esperienze, dedicato alle
isole tematiche del caffè,
della farina (con Molino Quaglia),
e del panino (con l’Accademia del Panino).
Di Indira Fassioni
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