AL TEATRO MANZONI DI MILANO DAL 10 AL 27 OTTOBRE

Gianfranco Jannuzzo è l'iconico Ciampa ne "Il berretto a sonagli": "Una storia d'amore assoluta"

A Teatro Manzoni di Milano va in scena, dal 10 al 27 ottobre, il testo di Luigi Pirandello con la regia di Francesco Bellomo

© Ufficio stampa

Il Teatro Manzoni di Milano apre la stagione con uno dei capolavori di Pirandello "Il berretto a sonagli", in scena dal 10 al 27 ottobre, per la regia di Francesco Bellomo e interpretato da Gianfranco Jannuzzo.  Storia di corna e onore, di verità nascoste e follia, ma per l'attore agrigentino soprattutto "una storia d'amore assoluta, come quello delle tragedie greche"...

Perché è l'amore in fondo, nei suoi tanti e sfaccettati registri, a muovere i personaggi e in particolar modo il protagonista, lo scrivano Ciampa: "Ciampa è un personaggio tragico, perché talmente innamorato della moglie Nina da accettare anche di condividerla con un altro uomo".

E questo è ciò da cui parte il racconto di Pirandello che prende spunto da due novelle: “Certi obblighi” e “La verità” in cui si narra di un marito che, nonostante sia a conoscenza dell’adulterio della moglie, lo accetta con rassegnazione, ponendo come unica condizione la salvaguardia dell’onorabilità. 

Commedia che riassume le tematiche care al grande autore, la maschera, l’essere e l’apparire, l’ipocrisia e la follia, che l’autore purtroppo conosceva molto bene perché sua moglie era affetta da una malattia mentale, "Il berretto a sonagli" è la commedia più completa di Pirandello e Ciampa un personaggio straordinario: "Con Ciampa si sono misurati i più grandi attori del nostro teatro: Eduardo, Turi Ferro, Salvo Randone. E’ una grande responsabilità che mi inorgoglisce sia per il calibro di chi è venuto prima di me, sia perché Ciampa è più giovane di me, quindi significa che sul palco mostro ancora meno anni!", scherza Jannuzzo. 

Interessante anche il femminismo ante litteram che si respira nella pièce e in particolar modo nel personaggio di Beatrice, interpretata dalla brava Emanuela Muni, figura femminista che cerca di far emergere la verità ma a cui viene impedito di farlo: "Interpretare questo personaggio accanto a Januzzo è stato per me la realizzazione di un sogno", dice l'attrice: "E mi ha dato la possibilità di esprimermi in scena per ciò che io sono e penso veramente battendomi per la libertà e la giustizia che una donna deve avere nel rivendicare le sue scelte". 

Beatrice vuole far scoppiare lo scandalo sapendo bene che il prezzo da pagare per avere rovinato due famiglie sarà carissimo in un ambiente così meschino. A quel tempo esisteva il delitto d’onore, ma sia Ciampa sia Beatrice preferiscono trovare un'altra soluzione, ambedue personaggi eroici a loro modo.

In quanto al Ciampa di Jannuzzo, personaggio elegante e delicato, sobrio e pacato, drammatico e ironico quanto basta, egli condensa in sè quel codice di comportamento che fa riferimento al sistema socio-morale delle tre iconiche corde pirandelliane: la seria, la civile e la pazza. E nel suo monologo sottolinea l’ipocrisia della società: "Siamo tutti pupi manovrati dalle regole della società: dentro casa ce ne diciamo di tutti i colori, e quando siamo fuori andiamo a braccetto perché l’apparenza vuole che ci siano il baciamano, atteggiamenti di rispetto", racconta Jannuzzo. 

Lo spettacolo messo in scena da Francesco Bellomo si attiene fedelmente al testo pirandelliano inserendo anche alcune scene tagliate del copione originale e aggiungendo un prologo in flashback, dove gli amanti clandestini vengono colti in flagranza di reato ed arrestati, scena che non esisteva e di cui si sentirà il racconto durante la commedia.

L’ambientazione, collocata nell’immediato dopoguerra, permette di recuperare certe situazioni tipiche del mondo siciliano ed in particolare agrigentino di quel tempo. Bellomo ha voluto ambientare le scene, che sono di Carmelo Giammello, in un salotto con mobili d'epoca, elegante e sobrio con tanti centrini e tendaggi. tipici delle case siciliane. 
Le musiche scritte appositamente per lo spettacolo da Mario D'Alessandro ci riportano a quelle sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50. 
In scena con Gianfranco Jannuzzo anche Emanuela Muni, Rosario Petix, Carmen Di Marzo, Alessandra Ferrara, Alessio Di Clemente e Anna Malvica.

In scena Gianfranco Jannuzzo, Emanuela Muni, Rosario Petix, Carmen Di Marzo, Alessandra Ferrara, Alessio Di Clemente e Anna Malvica.

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