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Ultimo aggiornamento: 12 ore fa
Speciale Il conflitto in Medioriente
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Netanyahu e Katz ordinano nuovi raid di Israele sul Libano

Fatah ad Hamas: "Lasciate il potere a Gaza per il bene dei palestinesi". Houthi denunciano un nuovo attacco americano in Yemen

di Redazione online

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria, Iran e Yemen, è giunta al giorno 533. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il ministro della Difesa Israel Katz hanno ordinato all'esercito di condurre "una seconda ondata di attacchi contro decine di obiettivi terroristici di Hezbollah in Libano come risposta al lancio di razzi verso Israele". Hezbollah ha però negato di essere responsabile dei tre missili lanciati in mattinata contro la comunità di Metula nella parte settentrionale di Israele. Intanto Al Fatah invita a Hamas a lasciare il potere a Gaza per preservare "la presenza dei palestinesi" nella Striscia. Houthi denunciano un nuovo attacco americano in Yemen.

Decine di manifestanti che marciavano a Gerusalemme verso la residenza del premier israeliano, Benyamin Netanyahu, hanno abbattuto un posto di blocco della polizia che era stato eretto sul posto, mentre sul luogo erano presenti pochi poliziotti. Lo riferisce Ynet. Successivamente, il posto di blocco è stato ricostruito e coloro che avevano superato la zona protetta sono stati allontanati con la forza. In seguito, gli agenti hanno iniziato a respingere anche altri manifestanti che si avvicinavano al posto di blocco. Michal Deutsch, una delle leader della protesta, che aveva pure abbattuto il posto di blocco, è stata arrestata.

Gli Houthi in Yemen denunciano nuovi raid sull'aeroporto internazionale di Hodeida, nella parte occidentale del Paese, puntando l'indice contro gli Usa. Riferendosi all'"aggressione americana", la tv Al-Massirah ha riferito di "tre attacchi contro l'aeroporto internazionale di Hodeida".

Centinaia di manifestanti stanno marciando a Gerusalemme verso la casa del primo ministro, Benyamin Netanyahu, a Gaza Street. Nella zona non ci sono forze di polizia. Lo riferiscono i media israeliani pubblicando anche le foto. Intanto, migliaia di persone stanno manifestando contro il governo in piazza Habima a Tel Aviv. Oltre a chiedere il ritorno a casa degli ostaggi, i manifestanti protestano contro il tentativo di Netanyahu di licenziare il capo dello Shin Bet Ronen Bar e il procuratore generale Gali Baharav-Miara, e contro la ripresa delle ostilità a Gaza, che ha posto fine al cessate il fuoco durato settimane.

Israele "rimarrà uno Stato democratico" nonostante la decisione del governo di licenziare il capo dello Shin Bet. Lo ha affermato il premier Benyamin Netanyahu in un video diffuso stasera mentre migliaia di israeliani protestano a Tel Aviv contro questa decisione. "Ronen Bar non rimarrà a capo dello Shin Bet, non ci sarà alcuna guerra civile e Israele rimarrà uno stato democratico", ha dichiarato Netanyahu nel messaggio. Una sfida aperta alla Corte Suprema - a cui sta cercando di limitare i poteri - che ha congelato la decisione del governo di licenziare Bar.

"Il governo italiano segue con preoccupazione la situazione nel Libano meridionale. Tutte le parti devono rispettare i propri impegni e difendere i progressi raggiunti. Ulteriori escalation rappresenterebbero un grave rischio per la regione. Sosteniamo il ruolo di Unifil e la sicurezza di tutti i militari impegnati in questa importante missione di pace". Lo scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Ancora proteste a Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi e la fine delle ostilità a Gaza. Lo riferisce Haaretz. Centinaia di bambini e genitori delle scuole elementari di Tel Aviv si dirigono a piedi verso la protesta principale per chiedere un accordo per il rilascio degli ostaggi e la fine delle ostilità a Gaza. La protesta principale si terrà in piazza Habima, nel centro di Tel Aviv. 

Gli Stati Uniti inviano una seconda portaerei in Medio Oriente, nell'ambito della campagna di raid contro i ribelli Houthi in Yemen. Secondo quanto riferito da due funzionari del Pentagono a Politico, infatti, non solo il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha esteso di un altro mese il dispiegamento della USS Harry S. Truman, attualmente operativa nel Mar Rosso, ma ha ordinato alla USS Carl Vinson e ai suoi cacciatorpedinieredi unirsi alla portaerei nelle prossime settimane dopo aver condotto esercitazioni nel Mar Cinese Orientale con i giapponesi e i sudcoreani.

Media siriani, ripresi da Times of Israel, riferiscono di raid aerei israeliani vicino alla città di Najha, nei pressi di Damasco. 

Al Fatah, partito del presidente dell'Anp Abu Mazen, invita Hamas a lasciare il potere a Gaza per preservare "la presenza dei palestinesi" nella Striscia, mentre Israele intensifica le operazioni militari, minacciando di sfollare la popolazione e annettere parti del territorio. "Hamas deve mostrare compassione per Gaza, i suoi bambini, le sue donne e i suoi uomini. Mettiamo in guardia da giorni difficili, duri e dolorosi per la popolazione", ha detto Mounther al-Hayek, portavoce di Fatah, invitando Hamas "a lasciare la scena e a rendersi conto che la battaglia imminente porterà alla fine dell'esistenza dei palestinesi" a Gaza.

Hezbollah nega di aver lanciato razzi contro il nord di Israele questa mattina. Il lancio ha provocato la reazione israeliana che ha ripreso i raid sul sud del Libano. In una dichiarazione, Hezbollah "ha negato qualsiasi coinvolgimento nel lancio di razzi dal Libano meridionale" e ritiene che "le accuse del nemico israeliano facciano parte dei pretesti per continuare i suoi attacchi contro il Libano, che non si sono fermati dall'annuncio del cessate il fuoco", entrato in vigore il 27 novembre.

Almeno due persone sono morte a Touline, nel sud del Libano, per gli attacchi aerei lanciati da Israele contro obiettivi del movimento sciita filo-iraniano di Hezbollah. Lo ha riferito la Protezione civile libanese citata dall'emittente "Lbci", aggiungendo che almeno dieci persone sono rimaste ferite. Secondo l'agenzia di stampa Nna tra i morti ci sarebbe una donna. 

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno ordinato all'Idf di effettuare attacchi contro "decine di obiettivi terroristici" in Libano in risposta al lancio di razzi di questa mattina sulla città israeliana di Metula. In una nota congiunta si spiega che "il governo libanese è responsabile di tutto ciò che riguarda il suo territorio. Israele non permetterà alcun danno ai suoi cittadini e alla sua sovranità, e lavorerà in ogni modo per garantire la sicurezza dei cittadini israeliani e delle comunità del nord". "L'Idf - concludono Netanyahu e Katz - è preparato e pronto per qualsiasi comando". 

L'esercito israeliano "risponderà severamente all'attacco di questa mattina" dal Libano: lo scrive l'Idf su Telegram riferendosi ai tre razzi intercettati a Metula (nord). "Il Capo di Stato Maggiore, Eyal Zamir, ha condotto una valutazione della situazione in seguito al lancio di razzi dal Libano questa mattina. L'Idf risponderà severamente all'attacco di questa mattina - si legge in un comunicato -. Lo Stato del Libano ha la responsabilità di rispettare l'accordo di cessate il fuoco. Non ci sono cambiamenti nelle linee guida difensive dell'Home Front Command".  

Tre razzi sono stati lanciati dal Libano contro la comunità di Metula nella parte settentrionale di Israele. Tutti sono stati intercettati dalle difese aeree. Non ci sono segnalazioni immediate di feriti o danni. Si tratta del primo attacco proveniente dal Libano dal mese di dicembre. 

Gli Houthi dello Yemen hanno rivendicato l'attacco missilistico balistico di venerdì notte contro Israele, sostenendo ancora una volta di aver preso di mira l'aeroporto Ben Gurion. Lo riporta Times of Israel. I ribelli sostenuti dall'Iran, si legge in una dichiarazione, "avvertono tutte le compagnie aeree che il cosiddetto aeroporto Ben Gurion è diventato pericoloso per il traffico aereo e rimarrà tale finché l'aggressione contro Gaza non cesserà e il blocco non verrà revocato". Gli Houthi affermano inoltre di aver lanciato altri droni contro le navi da guerra statunitensi nel Mar Rosso, coinvolte negli attacchi contro di loro.

Attacchi aerei israeliani hanno colpito in serata l'aeroporto militare di Palmira, nella Siria centrale. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani. "Aerei da guerra israeliani hanno lanciato raid contro l'aeroporto militare di Palmira, nella parte orientale di Homs", ha precisato l'Osservatorio, aggiungendo che almeno quattro attacchi hanno colpito lo scalo, che ospita forze affiliate alle autorità siriane.