l'inchiesta

Prospero, le chat dell'orrore: "Non chiamare i soccorsi" | Andrea poteva salvarsi

Nell'inchiesta emergono aspetti sempre più inquietanti sui messaggi tra il 18enne arrestato per istigazione al suicidio e un altro coetaneo anche lui indagato

Sul caso di Andrea Prospero emergono nuovi inquietanti particolari rilevati nelle chat emerse da uno dei cellulari del 19enne di Lanciano. Nel mirino degli inquirenti i trentacinque minuti dell'orrore passati tra Valemno, nickname su Telegram del 18enne di Roma agli arresti domiciliari per istigazione al suicidio, il 19enne morto in diretta video per un mix letale di Xanax e Ossicodone il 29 gennaio a Perugia e un terzo indagato, Thomas Burberry, che Valemno ha invitato in un secondo momento nel gruppo. Prima la morte in diretta, poi le chat tra l'arrestato e l'indagato in cui spunta l'ipotesi, subito cestinata poiché troppo rischioso, di chiamare il 118. "Chiamiamo l'ambulanza a quel fesso?". "E fra' col tuo cell? Se è vero e lo trovano con il cell e tutto?". "Un po' di ca...i nostri". Forse Andrea poteva dunque salvarsi, ma la paura di essere coinvolti direttamente nella sua morte li ha fermati.

Gli arresti domiciliari per rischio di reiterazione di reato e manipolazione delle prove -

 "Entra in call, parla con un morto". "È morto davvero", scrive Valemno. "E come sai che non trolla?", risponde Thomas Burberry. "Ha mandato il video". "Manda". Inizia così la chat tra i due prima dei dubbi sull'ambulanza. Messaggi agghiaccianti, come scrive il Messaggero, uno spettacolo tanto aberrante da consentire al giudice per le indagini preliminari Margherita Amodeo di ravvisare, oltre al rischio di reiterazione del reato per cui gli sono stati vietati tutti i tipi di comunicazione, anche il pericolo per l'acquisizione e la genuinità della prova tra le esigenze per cui ha disposto gli arresti domiciliari per il 18enne della provincia di Roma. Perché, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, "proseguono gli approfondimenti investigativi al fine di accertare le responsabilità di eventuali altri soggetti e sussiste il pericolo che l'indagato elimini fonti di prova tramite cancellazioni di chat o di altre conversazioni avvenute in rete".

Venerdì l'interrogatorio -

 Mentre la madre dell'arrestato martedì aveva detto: "Mi crolla il mondo addosso, anzi già è crollato. Lui sta male, noi non sappiamo come fare, è una cosa più grande di noi", venerdì il diciottenne si presenterà a Perugia, assistito dall'avvocato Alessandro Ricci, per l'interrogatorio di garanzia, in cui potrà decidere se avvalersi della facoltà di non rispondere o di fornire la sua versione al giudice.

Il secondo filone dell'inchiesta sulla doppia vita di Prospero -

 Intanto le indagini si biforcano in un altro filone dopo il ritrovamento dei cinque cellulari e le 46 Sim nel monolocale di Prospero. Si indaga infatti sulla doppia vita del 19enne che voleva scappare dall'università che non voleva frequentare, dallo studentato di via Bontempi (e per questo aveva preso il monolocale poco lontano), dalle pressioni e persino dagli sguardi in mensa che gli mettevano ansia. Da qui, quindi, quello descritto come un "lavoro" con i più intimi, quell'attività parallela che giustificherebbe i tanti telefoni e le decine di schede telefoniche. E su questo stanno lavorando squadra mobile e polizia postale. L'ipotesi è che il 19enne potesse racimolare abbastanza soldi per sfuggire alla vita che non voleva più con truffe informatiche, dal carding alle vendite farlocche online.

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