Tutti i lavoratori dipendenti (anche a termine) hanno diritto al congedo di paternità. E anche al congedo parentale. Secondo una recente indagine di Save the Children, quasi il 65% degli aventi diritto usufruisce del primo, mentre poco meno del 20% sfrutta anche il secondo. Ma cosa sono? Come funzionano? Quando e come si possono richiedere? Quanto valgono? Ecco tutte le risposte a queste domande.
Congedo di paternità -
Il congedo di paternità di dieci giorni lavorativi è riservato ai padri lavoratori dipendenti privati e pubblici, anche adottivi e affidatari. È detto obbligatorio perché è un diritto che non può essere negato dal datore di lavoro, al quale vanno comunicati per iscritto i giorni che si intendono prendere. È possibile usufruirne dai due mesi prima della data presunta del parto fino ai cinque mesi successivi alla nascita, o anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice. Si può sfruttare anche in modo frazionato: non vanno presi necessariamente tutti e dieci i giorni insieme. In caso di parto plurimo, il congedo di paternità è esteso a 20 giorni lavorativi. In tutti i casi, l’indennità giornaliera è pari al 100% della retribuzione.
Congedo parentale -
Il congedo parentale è un diritto che spetta sia alla madre sia al padre, fino ai 12 anni di vita del figlio (anche adottivo o affidatario). Può essere richiesto per un massimo di sei mesi per ciascun genitore lavoratore naturale o adottivo. Quindi, a mamma e papà (sempre che siano lavoratori dipendenti) spettano 9 mesi indennizzabili così suddivisi: 3 mesi alla mamma (non trasferibili al papà), 3 mesi al papà (non trasferibili alla mamma) e altri 3 mesi fruibili liberamente da entrambi i genitori (tutti da un solo genitore o po' per ciascuno). I primi 3 mesi sono retribuiti all'80% entro i sei anni di vita del figlio (novità della legge di bilancio 2025), mentre i restanti 6 sono retribuiti al 30%.
I numeri -
Un rapporto di Inps e Save the Children rileva che il tasso di utilizzo del congedo di paternità è passato dal 19,2% degli aventi diritto nel 2013 al 64,5% nel 2022. I neo papà che non utilizzano il congedo hanno contratti a termine o lavorano nelle aziende con pochi dipendenti. Sfruttano il congedo soprattutto i lavoratori del Nord e quelli che hanno un reddito tra i 28 e i 50 mila euro. Infine, il rapporto sottolinea che la crescita dell'utilizzo del congedo di paternità è stata più marcata nei primi anni e più contenuta negli ultimi, con una differenza di soli 0,5 punti percentuali tra il 2023 e il 2022.