caso riaperto

Garlasco, il giudice che assolse Alberto Stasi in primo grado: "Non si è mai riusciti a provare il movente"

A "Quarta Repubblica" il magistrato Stefano Vitelli: "Andrea Sempio? Lo scontrino conservato mi ha sempre incuriosito"

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In un'intervista a "Quarta Repubblica" il giudice Stefano Vitelli commenta la riapertura delle indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua casa di Garlasco (Pavia). Nel dicembre 2009 il magistrato emise una sentenza di assoluzione nel processo di primo grado a carico del fidanzato di Chiara Alberto Stasi "per non aver commesso il fatto", decisione poi ribalta in appello e in Cassazione.

"Nonostante le molte verifiche, i dubbi non sono stati eliminati e su alcuni aspetti essenziali come l'alibi informatico o le tracce ematiche sulle suole c'erano profili ambigui e incerti", spiega il magistrato che poi sottolinea l'assenza di evidenze sul movente del delitto: "Sarebbe stato un buon collante ma non si è riusciti a provarlo".

Dopo 18 anni dal delitto e 10 dalla sentenza che ha condannato in via definitiva Alberto Stasi, nuove analisi hanno riportato al centro dell'attenzione Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, ora indagato dalla Procura di Pavia per "concorso in omicidio con ignoti o con Stasi". "Nel giudizio di primo grado c'era agli atti una breve informativa testimoniale in cui risultava questo ragazzo che aveva conservato uno scontrino, leggendola mi aveva incuriosito", spiega il giudice Vitelli che fu chiamato a rispondere alla domanda dei pm solo sulla responsabilità di Stasi. E sull'intricata vicenda processuale aggiunge: "Ci porta a riflettere sul principio del ragionevole dubbio".