Ispirato ad uno dei più bei romanzi di Michela Murgia, "L'Accabadora" (vincitore del Premio Campiello 2010) sale sul palco del Teatro Ciro Menotti di Milano, dal 18 al 24 marzo, con la regia di Veronica Cruciani e la drammaturgia di Carlotta Corradi, per raccontare una storia che parla di morte e di rinascita, di amore, quello tra una figlia e una madre e di crescita e formazione.
© Marina Alessi
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Il romanzo -
Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria all’età di sei anni viene data a "fill’e anima" (figlia d'anima, ovvero una sorta di adozione) a Bonaria Urrai, una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora.
La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo acabar che significa finire, uccidere. Bonaria Urrai aiuta le persone in fin di vita a morire. Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura.
È allora che fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia Bonaria. L’accudimento finale è uno dei doveri dell’essere figlia d’anima, una forma di adozione concordata tra il genitore naturale e il genitore adottivo.
La drammaturgia di Carlotta Corradi parte proprio dal ritorno di Maria sul letto di morte di Tzia Bonaria. C’è un tempo di separazione tra le due donne che pesa in questo incontro.
Lo spettacolo -
La pièce, un monologo interpretato da Anna Della Rosa, è costruita proprio su questa "relazione sentimentale e intima" tra l'accabadora di Soreni, Tzia Bonaria e la la giovane fill’e anima Maria in una sorta di dimensione onirica, uno spazio astratto, mentale, che si trasforma in un dialogo tra sé e una parte di sé, tra una figlia e il suo genitore interiore, tra Maria rimasta bambina e la parte di sè che deve diventare adulta.
Dalla gabbia mentale in cui Maria è intrappolata riuscirà a liberarsi soltanto alla fine, compiendo il fatidico gesto richiesto dalla madre per essere finalmente libera di andare in una nuova direzione di vita.
Lo spettacolo è in tournée con il seguente programma
Madre e figlia -
Sebbene il romanzo sia spesso ricordato per due temi estremamente attuali quali eutanasia e adozione, nella messinscena firmata da Veronica Cruciani e Carlotta Corradi l'accento viene posto sul rapporto madre-figlia, inevitabilmente destinato a uno strappo, a un momento in la bambina diventa donna, fino a diventare madre della madre. Il punto di partenza è quindi la fine del romanzo, quando Maria torna in Sardegna, intrappolata nel suo essere figlia e si ritrova a dover essere madre. Tutta l’intensità di quest’ultimo tempo accanto alla Tzia è dato dai passaggi non compiuti, dalle cose non dette, le accuse non fatte, l’amore non richiesto. Una volta affrontate le negazioni, Maria è pronta a esplodere in un gesto finale che è un ultimo ed essenziale atto d’amore che la figlia d’anima compie verso sua madre, e che la farà diventare una donna.
dal 18 al 23 mar Milano Teatro Menotti Teatro Menotti
mar-25 Ivrea (TO) Teatro Giacosa
mar-26 Firenze Teatro Puccini
mar-27 Volterra (PI) Teatro Persio Flacco
mar-28 Fidenza (PR) Teatro Magnani
mar-30 Ancona Teatro Sperimentale
apr-01 Venaria Reale (TO) Teatro Concordia
apr-02 Omegna (VB) Teatro Sociale
apr-03 Bra (CU) Teatro Politeama
apr-04 Russi (RA) Teatro Comunale
apr-05 Concordia sulla Secchia (MO) Teatro del Popolo
apr-06 Crema (CR) Teatro San Domenico