ACQUISTI E TUTELE

Dalla shrinkflation alle chiamate spam: 10 diritti (ancora) negati ai consumatori spiegati ai giovani dall’esperto

In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori, il portale Skuola.net ha interpellato Massimiliano Dona, Presidente di Consumatori.it, per fare un punto sullo stato di salute delle tutele, riconosciute e mancanti

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Essere consumatori nei tempi moderni è sempre più complesso: contratti quasi impossibili da disdire, prodotti che aumentano di prezzo e si riducono in quantità, truffe, chiamate inopportune. La lista è lunga e, purtroppo, tra le vittime preferite degli scam - così li chiamano i giovani - ci sono appunto anche le nuove generazioni.

Un Decalogo per difendersi meglio (o almeno provarci)

Per questo motivo, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori, il portale Skuola.net si è rivolto a Massimiliano Dona, Presidente di Consumatori.it e grande esperto in materia, per fare il punto sui diritti dei consumatori più calpestati oggi e sulle possibili strategie da attuare per difenderli maggiormente.

1. Disdetta: un click per attivare, un click per recedere

Per iniziare, dovrebbe essere offerta al cliente la possibilità di sciogliersi da un contratto con le stesse modalità - e con la stessa facilità - con cui lo ha attivato: “Il contratto è stato fatto al telefono? Il consumatore deve poter dare disdetta al telefono! Ha firmato con un click? Un click per disdire!”, spiega Dona. D’altronde, se le aziende si giocano la carta della digitalizzazione per vendere, dovrebbero accettarla anche quando i clienti vogliono recedere dal contratto.

2. Offerte chiare, non “trappole”

Il secondo punto riguarda la trasparenza sul lancio di una nuova offerta commerciale. Sempre più spesso, infatti, gli operatori di servizi lanciano promozioni a prezzi stracciati, salvo poi cambiare le carte in tavola dopo poco. Invece, secondo Massimiliano Dona, “quel prezzo deve restare valido almeno per un certo lasso di tempo (diciamo per i dodici mesi successivi?)”. È una questione di trasparenza e correttezza nei confronti di un consumatore che ha sottoscritto un contratto a determinate condizioni: “E se un'impresa lancia un'offerta magari per sbaragliare la concorrenza, dovrà tener ferme quelle condizioni almeno per un po'”.

3. Trasparenza: stop alla shrinkflation e all’overpackaging

Sempre per un principio di onestà e trasparenza, alcune pratiche andrebbero sanzionate in quanto sleali nei confronti del consumatore. È certamente il caso della shrinkflation e dell’overpackaging, due espedienti che hanno a che fare con il prodotto finale destinato al consumatore.

Il primo restringe il contenuto, "sgramma" il prodotto, ma lascia il prezzo invariato; il secondo consiste invece nell’utilizzo di imballaggi sovradimensionati rispetto al contenuto, per trarre in inganno i consumatori: “È vero che un produttore può decidere autonomamente il formato, ma nel caso voglia togliere qualche grammo dovrebbe ridurre anche il packaging, non solo per renderlo evidente al consumatore ma anche per inquinare di meno, cosa che non fa usando confezioni sovradimensionate. Vorrei una legge che vieti confezioni che superino del 20% il contenuto”, spiega Dona.

4. Maggiore trasparenza nella comunicazione pubblicitaria e tutela dei minori

Andando avanti, può sembrare banale specificarlo ma le immagini utilizzate per la promozione di un prodotto, sia in pubblicità sia sulle confezioni, dovrebbero rispecchiare fedelmente la realtà. Lo ribadisce il Presidente di Consumatori.it che rilancia: “Vorrei che fosse vietato usare personaggi dei cartoni animati per sedurre i bambini. Il marketing rivolto ai minori di 14 anni dovrebbe essere vietato tanto sul punto vendita che nella comunicazione commerciale online/offline”.

5. Prezzi chiari (sia sullo scaffale che in cassa)

Altra pratica dura a morire è quella di esporre sugli scaffali offerte confusionarie o prezzi diversi da quelli che poi vengono effettivamente applicati alla cassa. Non solo, anche le diciture sugli imballaggi dovrebbero essere più chiare secondo Massimiliano Dona: “Troppo spesso si vedono (soprattutto sui prodotti alimentari) scritte minuscole, a cominciare dal prezzo per unità di misura (che deve essere scritto più grande), per non dire delle date di scadenza spesso stampate in modo illeggibile. Nel mondo che vorrei, mi aspetto più controlli ed effettive sanzioni di queste pratiche scorrette”.

6. Stop alle pubblicità ingannevoli

Anche la pubblicità, “in particolare quella che fanno certi influencer”, andrebbe controllata con maggiore rigore, se non addirittura “bandita” in alcuni casi, come per il trading online, il gioco d’azzardo e i prodotti del tabacco: settori ad alto rischio, dove la pubblicità occulta rappresenta un grave pericolo per i consumatori, soprattutto per i più giovani, secondo Dona.

7. Protezione contro la speculazione sui prezzi

Altra pratica commerciale che dovrebbe essere considerata scorretta è il rincaro ingiustificato dei prezzi: “Non ho mai capito perché nel nostro sistema giuridico la vendita sottocosto sia limitata da vincoli molto stringenti, mentre non esiste nessun tetto a rincari e speculazioni”, afferma Dona.

8. Diritto di recesso gratuito dagli abbonamenti

Il consumatore dovrebbe poi avere il diritto di recedere liberamente da un abbonamento senza costi aggiuntivi o ostacoli amministrativi: “A differenza di quello che accade oggi in Italia dove le penali che erano state abolite dal ‘decreto Bersani’ sono nel frattempo rientrate dalla finestra”, rendendo particolarmente gravoso l’abbandono di alcuni servizi, come quelli telefonici e le piattaforme di streaming.

9. Più garanzie nei contratti

Parallelamente, bisognerebbe poi onorare l’antico slogan “soddisfatti o rimborsati”, per cui “il consumatore che acquista un prodotto dovrebbe essere realmente tutelato dal venditore facendo rispettare l'obbligo di riparare o sostituire in tempi brevi il prodotto. E in caso di sostituzione, il termine della garanzia dovrebbe ripartire da zero”, specifica Dona.

10. Niente più chiamate commerciali indesiderate

Infine, una delle principali fonti di disturbo per i consumatori, emersa più di recente: le snervanti chiamate giornaliere da parte dei call-center. Il cosiddetto teleselling, infatti, spesso può sfociare in pratiche aggressive e scorrette. Porre fine a questa pratica, per Dona, sarebbe semplice, almeno sulla carta: “Bisogna avere il coraggio di privare di valore legale i contratti stipulati per telefono. Se un contratto stipulato per telefono non avesse alcuna validità, nessuno avrebbe più interesse a ‘molestarci’”.