LA TESTIMONIANZA IN APPELLO

Omicidio Saman, il fratello minore: "La fossa l'hanno scavata mio zio e i cugini"

Ali Heider spiega in aula di aver deciso di parlare "per la giustizia", dice di aver "sempre avuto paura" e aggiunge: "Mio padre mi disse di non parlare dei cugini"

© Ansa

"Tutti mi dicevano di non parlare, ma ho parlato per la giustizia". Così il fratello di Saman AbbasAli Heider, 16anni all'epoca del delitto, durante il processo d'appello per la morte della 18enne uccisa a Novellara nell'aprile 2021. Rispondendo in aula alle domande del procuratore generale, il ragazzo ha chiamato in causa lo zio Danish e i cugini Ikram e  Nomanhulaq, spiegando che furono loro a scavare la fossa in cui fu sepolta Saman e di aver visto il luogo di sepoltura della sorella "sui giornali".

"Prima ero traumatizzato e non avevo le forze di parlare, avevo paura, ma poi ho deciso - ha detto il ragazzo, spiegando le ragioni per cui ha voluto collaborare con la giustizia -. Mio papà mi diceva di non parlare dei cugini, mi diceva: almeno quelli che si sono salvati lasciali fuori". Tutti "dicevano di non parlare, i miei genitori, i miei parenti, mio zio".

Nella sua testimonianza il ragazzo ha ribadito di aver visto la sorella, seguita dai genitori, incamminarsi fuori casa, intorno alla mezzanotte del 30 aprile 2021. Con loro c'erano anche lo zio Danish e i cugini. "Ho visto mio zio Danish afferrare mia sorella Saman da dietro con il braccio. Mia sorella era sullo stradello che portava alle serre e lo zio Danish l'ha presa alle spalle mentre Saman si stava allontanando da casa nostra". Quanto alla mamma, "non ricordo se poteva vedere la scena", ha detto il giovane.

"Mi dicevano che mia sorella era in paradiso" -

 Dopo la scomparsa di Saman, ha quindi spiegato il fratello minore della giovane uccisa, "ho chiesto diverse volte ai cugini Ikram e Nomanhulaq e allo zio Danish dov'era mia sorella, ma ogni volta che iniziavo a piangere mi dicevano di stare zitto" finché una volta "mi hanno risposto che non me lo potevano dire, ma che non mi dovevo preoccupare perché là dov'era stava bene, che era in paradiso". 

La versione dello zio di Samah: "Vidi il suo corpo tra le serre e piansi" -

 La sera del 30 aprile 2021 stava dormendo quando arrivarono a svegliarlo Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijiaz, dicendo che "c'era stato un casino". A quel punto lo zio di Saman, Danish Hasnain, sarebbe andato con loro verso la casa degli Abbas. "Siamo arrivati tra la sesta e la settima serra - ha raccontato lo stesso zio, in dichiarazioni spontanee nel processo di appello - e lì c'era il corpo di Saman. Iniziai a piangere e dissi: cosa ha combinato mio fratello. Avevamo paura e non sapevamo cosa fare. Quindi presi il corpo di Saman tra le mie mani, camminai verso la casa degli Abbas, ma i due cugini mi fermarono. Poi sono svenuto".

Hasnain, condannato in primo grado a 14 anni, è la persona che ha fatto trovare il corpo di Saman, a novembre 2022. Per la Procura di Reggio Emilia è l'esecutore materiale ma l'uomo, nelle dichiarazioni fatte davanti alla Corte di assise di appello di Bologna, ha dato una sua versione, in pachistano, con l'aiuto dell'interprete. Dopo essere svenuto, ha raccontato l'imputato ripercorrendo quello che successe la sera del 30 aprile 2021, "i due cugini imputati mi buttarono dell'acqua per farmi svegliare e io iniziai a dire parolacce contro mio fratello". Nomanhulaq e Ijaz allora gli avrebbero detto di prendersi lui la colpa e "di non mettere di mezzo la donna della famiglia", probabilmente la madre di Saman, Nazia Shaheen, ma di risolvere la vicenda tra uomini.

I due cugini, allora, ha aggiunto, presero il corpo di Saman e insieme a lui andarono verso il luogo dove poi è stato trovato il cadavere, un casolare vicino alla casa della famiglia a Novellara. Sarebbero stati sempre i due cugini a scavare la fossa, mentre Danish, secondo il suo racconto, li avrebbe "aiutati a pulire la terra" e ha detto di aver dato dei baci alla nipote morta.

Le condanne in primo grado -

 Il processo d'appello in corso è a carico del padre e della madre di Saman, shabbar Abbas e Nazia Shaheen, che in primo grado sono stati condannati all'ergastolo, e dello zio Danish Hasnain, condannato invece a 14 anni. 

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