La parità di genere non è una (gentile) concessione al ‘gentil’ sesso. Si tratta al contrario di una serie di diritti sanciti dalle leggi: se solo li riuscissimo a far rispettare, la violenza contro le donne, fisica, psicologica ed economica nonché altre varie ed eventuali disparità non esisterebbero.
È per questo che, in occasione della Giornata internazionale della Donna (8 marzo), il portale Skuola.net ha organizzato un ripassone per studenti (e non solo) dei “Dieci principi che ogni uomo deve conoscere sullo statuto giuridico delle donne”.
Un ripasso in punta di penna (e di codici) a cura di Andrea Catizone, avvocata e presidente della Fondazione Tina Lagostena Bassi, impegnata proprio contro la violenza sulle donne come la persona a cui è intitolata. Anche lei un’avvocata con 60 anni di attività anche come politica e comunicatrice in difesa delle donne.
Il Decalogo per far valere i propri diritti
1. L'uguaglianza è diritto costituzionale per ogni essere umano dalla sua nascita e non viene attribuita, ma solo riconosciuta e tutelata. L'art. 3 della Costituzione Italiana recita, appunto: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
2. La parità salariale è un diritto, non una gentile concessione. L'art. 37 Costituzione e il Codice delle Pari Opportunità stabiliscono che, a parità di lavoro deve corrispondere una parità di retribuzione. Il lavoro delle donne deve essere valutato con gli stessi criteri utilizzati per gli uomini e il livello del salario deve corrispondere al tipo di mansione eseguita indipendentemente dal fatto che a svolgerla sia una donna o un uomo. Il gender pay gap esiste ancora e ogni uomo in posizione di leadership deve impegnarsi a eliminarlo.
3. Il consenso è alla base di ogni relazione, sempre. Il Codice Penale all'art. 609-bis, intitolato “Violenza sessuale”, dice che: "Chiunque, con violenza, minaccia o abuso di autorità costringe taluno a compiere o a subire atti sessuali è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione da sei a dodici anni". Il consenso deve perciò essere esplicito, volontario e continuo. Il silenzio, l'indecisione o avere avuto una relazione pregressa con una donna non autorizza a pensare che il consenso sia implicito. Anche tra due coniugi o tra due fidanzati deve esserci il consenso esplicito a un atto sessuale perché la relazione non autorizza a violare i diritti e le libertà della donna mai. La libertà sessuale degli uomini non consente di fare ciò che si vuole, quando si vuole, ma si deve chiedere e ottenere il consenso esplicito della donna.
4. Il rispetto della donna come piena cittadina è un obbligo e un vincolo giuridico, non una variabile incerta. La Convenzione Europea dei diritti umani e la Convenzione di Istanbul impongono ai singoli Stati di garantire il rispetto e la tutela delle donne come titolari di diritti fondamentali che escludono ogni forma di discriminazione e di violenza. Rispettare i diritti delle donne non è solo galateo o un obbligo morale: è un imperativo giuridico che vale nella vita privata e nella vita pubblica. La relazione uomo donna è fondata su questo imprescindibile principio che non deve mai essere dimenticato, nelle azioni e nel linguaggio.
5. La molestia è un reato, non una leggerezza. Spesso gli uomini danno per scontato che fischi per strada, commenti sul corpo di una collega, sguardi languidi, frasi a sfondo sessuale, possano essere apprezzate dalle donne, anche in contesti lavorativi perché non reagiscono immediatamente a quel comportamento. Le donne devono avere la determinazione di rifiutare e condannare le parole e i gesti che rappresentano una molestia, attivando tutti i meccanismi di legge e di procedura aziendale - se realizzati sul luogo del lavoro - per impedirne la ripetizione e per tutelare il diritto alla propria dignità. Una comunità senza la violenza è più vivibile e i costi umani e sociali della violenza sono a carico di tutti e rendono le donne emarginate e fragili.
6. Il femminismo non è contro gli uomini, ma per l'abbattimento di ogni discriminazione fondata sul genere. Il femminismo è di tutti, uomini e donne, e nasce come movimento che mira a eliminare le diseguaglianze che colpiscono le donne in quanto donne. La Convenzione ONU per l'eliminazione della discriminazione contro le donne stabilisce che è dovere di ogni Stato e di ogni cittadino, promuovere la parità di diritti tra donne e uomini e gli Stati devono attivarsi con azioni positive e concrete per eliminare le barriere e dare pari opportunità a tutti nell'esercizio dei propri diritti fondamentali.
7. La violenza economica è una forma grave di abuso e di violazione dei diritti delle donne. Impedire a una donna di lavorare, controllare le spese che fa, impedirle di avere un conto corrente, escluderla dalle decisioni economiche - solo per citare alcuni comportamenti - è violenza economica, prevista e riconosciuta dalla Convenzione di Istanbul, che ha imposto la modifica di tutte le norme che di fatto impediscono la tutela piena ed effettiva delle donne. Nessun marito può sentirsi in diritto di impedire alla moglie di fare le proprie scelte professionali o privarla delle risorse economiche rendendola subordinata e non nelle condizioni di effettuare le proprie scelte.
8. Il diritto alla privacy è inviolabile. Le donne devono poter vedere rispettato da chiunque, anche da un partner, il loro diritto alla riservatezza e alla segretezza delle comunicazioni o delle conversazioni. Controllare il telefono, le e-mail, la vita privata di una donna senza il suo consenso è contrario alla legge e costituisce reato, art. 615-bis codice penale.
9. Nessuno può decidere per il corpo di una donna. Il diritto alla salute e all'autodeterminazione, art. 32 Costituzione, garantiscono alla donna il potere esclusivo di decidere sul proprio corpo senza costrizioni alcuna da parte di terzi. La libertà della donna sul proprio corpo è piena e assoluta e deve essere rispettata e tutelata dalle istituzioni. La libertà personale è inviolabile, art. 13 Costituzione e art. 612-bis Costituzione proteggono le donne da ogni forma di controllo ossessivo, limitazione della propria libertà o minaccia alla sicurezza e integrità. Nessun uomo può esercitare pressioni su una donna che voglia essere libera di prendere le proprie decisioni.
10. Il cambiamento inizia dalle scelte quotidiane. Ogni uomo può e deve contribuire al raggiungimento della parità tra uomo e donna attraverso azioni concrete e quotidiane. La libertà delle donne e l'eliminazione di ogni forma di discriminazione e di abuso contro le donne è un tema che interessa tutti e deve coinvolgere ogni persona per ristabilire la giustizia e l'equità. Riconoscere e contrastare il sessismo, promuovere l'uguaglianza sostanziale, combattere linguaggi e comportamenti violenti è necessario e imprescindibile. Il diritto evolve con la società e la società è plasmata dal diritto, che ne rappresenta i valori essenziali. Per questo è necessario comprendere che il cambiamento inizia da ciascuno di noi.