I 29 BIG

Festival di Sanremo 2025, le pagelle della seconda serata: Achille Lauro in crescita

Al secondo ascolto diversi brani hanno avuto un impatto diverso: chi sale e chi scende

di Massimo Longoni

© IPA

Seconda serata del Festival di Sanremo 2025 condotto da Carlo Conti. Sono tornati a esibirsi 15 dei 29 Big in gara, durante la quale sono state eseguite tutte le 29 canzoni in gara. Rispetto alla prima serata cambia l'impatto di diverse canzoni: crescono Achille Lauro, i Kolors e Rose Villain, in discesa Simone Cristicchi, anche se l'effetto emozione rimane. Giorgia e Lucio Corsi con una marcia in più. 

Rocco Hunt - "Mille vote ancora" Il pubblico dell'Ariston batte le mani a tempo, però questo mix di rap e neomelodico continua a lasciare un retrogusto di già sentito. 5,5

Elodie - "Dimenticarsi alle 7" La sua presenza riempie la scena e la performance è anche più convincente di quella dell'esordio. Cosa fare di più per far esplodere questa canzone? 6,5

Lucio Corsi - "Volevo essere un duro" Per la seconda sera il cantautore toscano si spoglia del look glam. Ma non sono trucco e spalline a fare funzionare questa canzone, (all'apparenza) semplice e disincantata eppure così diversa dalle altre 28 che la circondano. 8

The Kolors - "Tu con chi fai l'amore" Tra una citazione colta (la tastiera di "Goodbye Stranger" dei Supertramp in apertura di pezzo) e voglia di far ballare, l'impressione è che hanno abbiano centrato l'equilibrio giusto. Se il pezzo dell'anno scorso era andato scemando, questo cresce in modo evidente a ogni ascolto. 6,5

Serena Brancale - "Anema e core" In questo brano c'è un po' di Tullio De Piscopo e molto di "Mr Saxobeat" di Alexandra Stan, però senza la leggerezza del primo e la ricercatezza della seconda. 5

Fedez - "Battito" La canzone ha un suo spessore e lui, smaltita la tensione della prima sera la canta anche meglio. Indicato dai più come presenza in quota gossip finisce con il risulta uno dei più interessanti a livello musicale. 7

Francesca Michielin - "Fango in paradiso" Una revenge song per lei importante per più motivi. Peccato resti lontana dai modelli di riferimento, con uno spessore non adeguato al testo dagli spunti apprezzabili. 5,5

Simone Cristicchi - "Quando sarai piccola" Il racconto del figlio che accudisce la madre malata di Alzheimer entra nell'emotività degli ascoltatori come una lama nel burro, soprattutto in chi ha vissuto un'esperienza analoga. Però una canzone non è solo poesia, e qui la parte musicale fatica a stare al passo del testo per efficacia. 7

Marcella Bella - "Pelle diamante" Veterana del Festival, si butta nella mischia con un pezzo dalle sonorità moderne e ritmicamente sostenuto, risultando credibile. 6+

Bresh - "La tana del granchio" Le belle premesse dell'inciso, che odorano di De Andrè, annegano purtroppo in un ritornello che non spicca per originalità e guarda troppo alla facile melodia. Peccato. 6-

Achille Lauro - "Incoscienti giovani" Si possono cercare assonanze con questo o quel pezzo, ma è innegabile che questo lentone classico come gli outfit di Lauro ha la capacità di avvolgere l'ascoltatore. 6,5

Giorgia - "La cura per me" Se fossimo nel 1995 avrebbe già il premio in bella mostra nel salotto di casa. L'unica incognita riguarda quanto sia cambiato il pubblico del Festival negli ultimi anni in rapporto al televoto. Ma il pezzo non ha cedimenti e lei lo interpreta magicamente. 8

Rkomi - "Il ritmo delle cose" Si potesse passare direttamente al ritornello saltando la strofa l'effetto ne guadagnerebbe. 5,5

Rose Villain - "Fuorilegge" Forse il brano che patisce l'apporto dell'orchestra, là dove nella versione in studio i suoni elettronici costruiscono un'atmosfera che sul palco viene un po' diluita. Però il brano cresce e già al secondo ascolto risulta più a fuoco. 7- 

Willie Peyote - "Grazie ma no grazie" Si distingue dalla massa, non solo per il testo che punta lo sguardo so attualità e società, ma anche per un arrangiamento elegante.