Sarebbero sedici i colpi sparati da Alejandro Augusto Stephan Meran, l'uomo che venerdì ha ucciso due agenti in Questura a Trieste sottraendo le loro pistole. Nuovi dettagli che alimentano le polemiche sugli equipaggiamenti in dotazione alle forze dell'ordine. I sindacati di polizia sottolineano la carenza nella sicurezza e in particolare la presenza di problemi con le fondine. "Servono maggiori tutele", dice Stefano Paoloni, segretario generale del Sap. Immediata la replica del Dipartimento di pubblica sicurezza: "Ricostruzione priva di fondamento".
Gli agenti uccisi con cinque colpi - All'indomani della sparatoria, la ricostruzione di quanto accaduto in Questura si fa più chiara. Meran avrebbe utilizzato entrambe le pistole sottratte ai poliziotti, esaurendo il caricatore di almeno una. Ha colpito con due proiettili Pierluigi Rotta, al lato sinistro del petto e all'addome, e con tre l'agente scelto Matteo Demenego, sotto la clavicola sinistra, al fianco sinistro e alla schiena.
Convalidato il fermo dell'assassino - Almeno 16 i colpi in tutto. L'omicida, che secondo quanto detto dal fratello soffriva di problemi psichici, era stato accompagnato da Rotta al bagno mentre si trovava in Questura per alcune verifiche sul furto di uno scooter. Il terzo agente ferito nella sparatoria sarà operato per le ferite riportate alla mano e non è in pericolo di vita. Le fondine e le pistole delle due vittime sono state sequestrate. In serata il gip ha convalidato il fermo di Meran accogliendo le richieste della Procura sulla custodia in carcere.
Folla commossa fuori dalla Questura - La tragedia ha sconvolto nel profondo la città di Trieste. Migliaia di persone sabato sera si sono raccolte davanti alla Questura per la fiaccolata silenziosa in ricordo dei due agenti. Dentro il palazzo erano presenti i genitori e il fratello di Demenego e le fidanzate delle vittime, oltre al ministro Patuanelli, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga e tutte le autorità cittadine. Molti anche gli agenti, profondamente commossi, e i colleghi presenti
Sap: "Le fondine avevano problemi" - Intanto continuano le polemiche sull'equipaggiamento degli agenti. In particolare, "nella vicenda ci sono stati problemi con le fondine - dice il Sap -. Al primo agente è stata sfilata la pistola perché aveva una fondina vecchia, in quanto quella in dotazione gli si era rotta. Al secondo agente ucciso, la fondina sarebbe stata strappata dalla cintura quando ormai era già in terra, inerte, a causa delle ferite per i colpi esplosi conla prima arma".
Dipartimento sicurezza: "Nessuna prova sulle fondine inadeguate" - Il Dipartimento della pubblica sicurezza dichiara che "allo stato attuale degli accertamenti, in assenza di testimoni e documenti video, è priva di fondamento ogni arbitraria ricostruzione della dinamica che ha portato alla sottrazione dell'arma del collega ucciso per primo". Così in una nota il Dipartimento in relazione alle "speculazioni generate da un rappresentante del Sap nel tentativo di correlare la tragica morte di Matteo e Pierluigi all'inadeguatezza dell'equipaggiamento in dotazione".
"Sconcerta, pertanto, a poche ore dall'evento, la sicumera con cui si traggono frettolose conclusioni sulla inequivocabile riferibilità dell'accaduto alla presunta inadeguatezza della fondina - continua la nota - In un giorno cosi' drammatico ci si sarebbe aspettati, almeno da chi veste la stessa divisa, un rispettoso cordoglio per le vittime e le loro famiglie. Sconvolge che alcuni, al fine di ottenere visibilità speculino sulla morte dei colleghi caduti in servizio, profanando il dolore dei loro cari e della intera comunità Se, in seguito, si accerteranno responsabilità di qualsiasi natura se ne chiederà conto, senza se e senza ma, anche per onorare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per il bene comune".