A Ponticelli, quartiere della periferia est di Napoli, a scuola arrivano i metal detector per scongiurare la possibilità che gli studenti introducano armi. La richiesta era stata avanzata dalla preside dell'Istituto tecnico-tecnologico Marie Curie, e oggi, all'ingresso, gli alunni sono stati sottoposti al controllo di zaini e giubbini. La dirigente scolastica si era rivolta alla prefettura spiegando che "l'uso delle armi tra i ragazzi è diffuso a tutti i livelli, anche in famiglie per così dire 'insospettabili'. Quello che emerge è che questi minorenni si sono uniformati a una tendenza e se si chiede loro perché utilizzino le armi, la risposta è una: 'per difendermi'", aveva spiegato in un'intervista a Il Mattino. Gli alunni, prima di varcare la soglia d'ingresso dell'istituto, sono stati controllati anche da due cani antidroga.
La richiesta di aiuto della preside allo Stato -
La dirigente scolastica dell'istituto, che conta circa mille iscritti, aveva chiesto aiuto allo Stato dopo svariati episodi di violenza accaduti. "Ho avuto anche un incontro in prefettura su questa e su altre questioni in merito alla sicurezza e ho chiesto di potenziare i controlli delle forze dell’ordine proprio per il possesso delle armi - aveva detto a Il Mattino - Dovevano partire lo scorso settembre, a inizio anno scolastico. Ma finora abbiamo avuto controlli solo per eventuale possesso di droga. Ora aspettiamo, ma siamo fiduciosi". La sua richiesta di aiuto ha trovato risposta. I controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni.
La dirigente scolastica: "Genitori attenti ai controlli e soddisfatti" -
"Ho ringraziato per iscritto prefetto e questore perché di fronte a una mia richiesta di intervento c'è stata una risposta chiara ed efficace. C'è una soddisfazione diffusa, i genitori si sono fermati a vedere e ci hanno ringraziato, gli alunni ci hanno ringraziato, il personale scolastico si sente più protetto", ha dichiarato a LaPresse. "Non è necessaria la presenza sistematica delle forze dell'ordine o di un metal detector all'ingresso - ha spiegato - ma bastano questi interventi a campione a farci sentire più sicuri e a fare da deterrente per scoraggiare chi è intenzionato a portare un'arma a scuola, a suo dire, per difesa. È un'iniziativa che si inserisce nell'ambito della serie di azioni che la scuola già mette in campo per contrastare ogni forma di violenza, azioni di sensibilizzazione, attività progettuali e disponibilità di ascolto. Purtroppo questo ha dimostrato di non bastare e quindi accogliamo con grande favore questo riscontro alla mia richiesta di intervento che avevo rivolto a prefetto e questore".