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Ultimo aggiornamento: 11 giorni fa
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Ostaggi, il ministro israeliano Ben Gvir: "Se l'accordo viene approvato ci dimettiamo" | L'opposizione: se serve noi con Netanyahu

Tel Aviv: "Domani riunione per l'ok ufficiale all'intesa". Israele continua a bombardare: colpito un sito dove c'è un ostaggio

di Redazione online

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas che coinvolge Libano, Siria e Iran giunge al giorno 468. Shas, il partito religioso di destra israeliano, annuncia: "Ostacoli superati, concluso l'accordo con Hamas". Un passo avanti dopo l'impasse interno che aveva costretto il primo ministro israeliano a ritardare il via libera (ECCO COSA PREVEDE L'ACCORDO) sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi. Ma il ministro Ben Gvir annuncia dimissioni in caso di approvazione dell'accordo. Domani, venerdì 17 gennaio, il governo israeliano si riunirà per il via libera ufficiale all'intesa. Hamas conferma: "Firmeremo entro stasera". L'accordo prevede una tregua di sei settimane a partire da domenica 19 gennaio. Intanto Tel Aviv non ferma i raid sulla Striscia: oltre 70 le vittime. Secondo Hamas, Israele ha preso di mira un luogo a Gaza dove è tenuta in ostaggio una donna.

Secondo alcuni funzionari israeliani, citati dai media nazionali, è molto probabile che il rilascio degli ostaggi avvenga lunedì 20, mentre il presidente Usa eletto Donald Trump si insedia alla Casa Bianca. La votazione sull'accordo del governo e del gabinetto israeliani prevista per domani continuerà fino a sabato, è stato spiegato, quindi è molto ragionevole pensare che il primi tre rapiti vengano rilasciati lunedì e non domenica.

Il presidente dell'opposizione israeliana Yair Lapid si è rivolto con un messaggio al primo ministro Benyamin Netanyahu affermando che gli fornirà una rete di sicurezza per portare a termine l'operazione sull'accordo con Hamas. E ha osservato: "Questo è più importante di qualsiasi divisione che abbiamo mai avuto". La dichiarazione di Lapid è arrivata dopo che il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha affermato che il suo partito si ritirerà dal governo se l'intesa sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi sarà votata.

"Se l'accordo sul rilascio dei rapiti sarà approvato, presenteremo lettere di dimissioni e non faremo parte del governo. Ritorneremo a far parte dell'esecutivo se la guerra a Gaza riprenderà", ha dichiarato il ministro israeliano della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, fermamente contrario all'accordo tra Israele e Hamas. Secondo Channel 12, il governo è pronto a rinviare la votazione sull'accordo a sabato sera, quindi l'attuazione potrebbe slittare a lunedì. I ministri si incontreranno come previsto domani ma la riunione proseguirà sabato sera. Dopo il voto gli oppositori avranno 48 ore per presentare ricorso alla Corte Suprema.

Una fonte di Hamas ha dichiarato questa sera al sito d'informazione palestinese Shebakt Quds che tutte le controversie su alcune clausole dell'accordo sono state risolte. L'intero accordo verrà firmato questa sera. Lo riferisce Walla.

Funzionari israeliani hanno confermato a Ynet che "la crisi dell'ultimo minuto è stata risolta", il gabinetto e il governo si incontreranno domani per approvare l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi: il primo rilascio dovrebbe iniziare domenica, la tregua scatta a mezzogiorno e 15. Secondo l'intesa, verranno liberate tre donne. La delegazione israeliana rientrerà da Doha nelle prossime ore.

Il leader del partito religioso di destra Shas, Arie Deri, ha annunciato che è stata raggiunta una svolta nell'accordo per il rilascio degli ostaggi. "Ho ricevuto la conferma che tutti gli ostacoli sono stati superati", ha dichiarato durante la conferenza annuale di Shas a Gerusalemme. Contemporaneamente una fonte statunitense citata dal giornalista israeliano Barak Ravid ha confermato che le questioni rimanenti nell'accordo per il cessate il fuoco con Hamas "sono state risolte e l'accordo è concluso".

"Ci aspettiamo che l'accordo Gaza parta domenica". Lo ha detto Antony Blinken in un incontro  con la stampa al Dipartimento di Stato. Il segretario è stato interrotto da una manifestante che ha accusato l'amministrazione Biden di "genocidio a Gaza". 

Dopo aver accettato la tregua la scorsa notte, Israele ha preso di mira un luogo a Gaza dove è tenuta in ostaggio una donna. Lo ha detto un portavoce dell'ala armata di Hamas, secondo quanto riportato da Sky News. 

"L'accordo sul cessate il fuoco a Gaza permette al seme della speranza di germogliare, ma quel che vedo è che ce sono già diverse versioni. Spero che si giunga ad un'unica versione. Ciò che è importante ora è il rilascio degli ostaggi e l'accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari. Sono già state perse molte vite, abbiamo bisogno di un cambiamento". Lo ha detto la commissaria Ue alla Gestione delle crisi Hadja Lahbib in un'intervista a un gruppo di media internazionali. "Abbiamo bisogno di fatti, non di parole: giudicheremo questo cessate il fuoco sulla base della sua attuazione sul campo" ha aggiunto. 

Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, si recherà lunedì in Israele e Palestina con l'obiettivo di "consolidare il cessate il fuoco" appena raggiunto a Gaza e "incoraggiare l'avvio della nuova stagione di pace". Lo ha detto lui stesso alla Farnesina parlando ai giornalisti dopo l'incontro con l'omologo tunisino, Mohamed Ali Nafti. "Noi siamo fortemente impegnati nella costruzione della pace in Medioriente, ho voluto recarmi sia in Israele sia in Palestina per incoraggiare l'avvio della nuova stagione di pace. I segnali sono positivi", ha detto Tajani.

Almeno 46.788 persone sono morte e 110.453 sono rimaste ferite dall'inizio delle operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza, avviate il 7 ottobre 2023 in risposta all'attacco del movimento islamista palestinese Hamas contro lo Stato ebraico. Lo ha riferito il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas.

 L'Unione europea ha adottato un pacchetto di aiuti da 120 milioni di euro per Gaza "per affrontare la crisi umanitaria in corso". Lo ha affermato la portavoce della Commissione europea, Eva Hrncirova, nel corso di un briefing con la stampa. "Sappiamo che la situazione lì è catastrofica e che i palestinesi hanno urgente bisogno di cibo, forniture mediche, tende e altre protezioni", ha aggiunto la portavoce dell'esecutivo europeo.

Il motivo del ritardo nell'annuncio del primo ministro israeliano sull'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi è "la crisi con il ministro sionista religioso Bezalel Smotrich e gli sforzi di Netanyahu per garantire l'integrità del governo dopo l'approvazione dell'accordo". Lo riferisce una fonte molto vicina al dossier citata dalla tv pubblica Kan. Secondo la fonte, gli uffici di Smotrich e Netanyahu erano molto vicini a un'intesa durante la notte ma è intervenuta una crisi e attualmente "Smotrich rappresenta una vera minaccia per la sopravvivenza del governo".

Almeno 73 persone sono rimaste uccise negli attacchi israeliani a Gaza dopo l'annuncio dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Lo rende noto la Protezione Civile di Gaza. 

Le famiglie degli ostaggi del Forum Haim, facendo riferimento all'annuncio dell'ufficio del primo ministro Netanyahu secondo cui "Hamas ritratta le sue intese", hanno affermato che "né Hamas né Ben Gvir, ma Benyamin Netanyahu, sarà responsabile di qualsiasi ulteriore ostacolo al ritorno degli ostaggi". Secondo le famiglie, "l'accordo deve essere avviato immediatamente in tutte le sue fasi".

Un membro dell'ufficio politico di Hamas, Izzat al-Rashak, facendo riferimento all'annuncio dell'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, secondo cui l'organizzazione terroristica "ritorna sui propri accordi", ha affermato che "Hamas è impegnata a rispettare l'accordo".

Il governo israeliano "non si riunirà fino a che i mediatori non comunicheranno" allo Stato ebraico che "Hamas ha accettato tutti gli elementi dell'accordo" per il cessate-il-fuoco e gli ostaggi a Gaza. Lo ha chiarito l'ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu, secondo cui il capo del governo dello Stato ebraico ha parlato con il team negoziale israeliano a Doha, che lo ha informato che Hamas starebbe tentando di rinnegare gli accordi già raggiunti.

Sono circa 50 i palestinesi uccisi in diversi raid israeliani che hanno colpito il nord della Striscia di Gaza dall'alba di oggi. È quanto riferisce una fonte medica ad Al-Jazeera. L'intensificarsi dei bombardamenti su Gaza è giunto dopo che i mediatori hanno annunciato il raggiungimento di un accordo su cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi in cambio di detenuti palestinesi. L'entrata in vigore dell'accordo è prevista per domenica.

Almeno 23 persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite ieri sera a causa degli attacchi aerei delle Forze di difesa di Israele su diverse zone della Striscia di Gaza. Lo ha riferito l'agenzia di stampa palestinese "Wafa". Secondo il conteggio effettuato dall'emittente panaraba di proprietà qatariota "Al Jazeera", almeno 40 persone sono state uccise dall'annuncio del cessate il fuoco arrivato ieri e in vigore a partire da domenica.

Le guardie della rivoluzione iraniana hanno accolto il cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas come una "vittoria" per i palestinesi e una "sconfitta" per Israele. "La fine della guerra e l'imposizione di un cessate il fuoco... è una chiara vittoria e una grande vittoria per la Palestina e una sconfitta ancora più grande per il mostruoso regime sionista", affermano i Pasdaran in una dichiarazione.

La Protezione civile della Striscia di Gaza ha segnalato sette morti in due attacchi israeliani notturni, poche ore dopo l'annuncio di una tregua che entrerà in vigore domenica tra Hamas e lo Stato ebraico dopo oltre 15 mesi di guerra. Il bombardamento di una casa nel quartiere Rimal della città di Gaza ha provocato cinque morti e oltre 10 feriti, secondo fonti palestinesi. Nel centro cittadino altre due persone sono morte in un raid che ha preso di mira un edificio.

Ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu afferma che Hamas "sta chiedendo di dettare l'identità" dei prigionieri palestinesi da rilasciare ma Israele ha il diritto di veto sul rilascio di "assassini di massa che sono simboli del terrore". In una dichiarazione rilasciata stanotte e citata dai media locali, l'ufficio di Netanyahu accusa quindi il movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza di cercare di "tornare indietro" sui termini dell'accordo di tregua relativi al rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

Uno dei leader di Hamas, Khalil al-Hayya, ha affermato in un discorso televisivo che Israele non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi nella Striscia di Gaza e definisce l'accordo di cessate il fuoco come un "momento storico" e una sconfitta per lo Stato ebraico. "Il nostro popolo ha frustrato gli obiettivi dichiarati e nascosti dell'occupazione: oggi dimostriamo che" Israele "non sconfiggerà mai il nostro popolo e la sua resistenza", ha detto al-Hayya citato dai media locali.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a cui ha fatto le congratulazioni per l'accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi nella Striscia di Gaza. I due leader, si legge in una nota della Casa Bianca, hanno anche parlato delle "condizioni inimmaginabili degli ostaggi rimasti prigionieri di Hamas per 15 mesi, oltre alla terribile sofferenza delle famiglie". Entrambi hanno espresso "gioia" per il ritorno a casa delle persone.

Le autorità statunitensi non hanno avuto la certezza sulla chiusura dell'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza "fino al tardo pomeriggio" di mercoledì. Lo ha detto un alto funzionario dell'amministrazione Biden durante una call con un gruppo ristretto di giornalisti, aggiungendo che Hamas ha continuato a "porre questioni" fino alla mattinata.

"Dopo quindici mesi di ingiustificabile calvario, immenso sollievo per gli abitanti di Gaza, speranza per gli ostaggi e le loro famiglie. Stasera i miei pensieri sono con Ofer e Ohad (i due ostaggi franco-israeliani)". E' quanto scrive il presidente francese, Emmanuel Macron, in un messaggio pubblicato su X dopo la tregua a Gaza. "L'accordo va rispettato. Gli ostaggi vanno liberati. Gli abitanti di Gaza vanno soccorsi. Bisogna giungere a una soluzione politica", spiega Macron.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non farà dichiarazioni pubbliche fino a che l'accordo non sarà del tutto completo. "Il primo ministro parlerà al pubblico solo quando l'accordo sarà completato e definitivo" ha affermato, secondo quanto riportano i media americani, l'ufficio del premier israeliano.

"Accolgo con favore il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza dopo strenui sforzi durati più di un anno, con la mediazione egiziana, del Qatar e americana". Così il presidente dell'Egitto Abdel Fattah al Sisi sul suo profilo X. "Con questo accordo, sottolineo l'importanza di accelerare l'introduzione di aiuti umanitari urgenti alla popolazione di Gaza, per affrontare l'attuale situazione umanitaria catastrofica, senza alcun ostacolo, fino a quando non sarà raggiunta una pace sostenibile attraverso la soluzione dei due Stati, e affinché la regione goda di stabilità, sicurezza e sviluppo in un mondo che accoglie tutti".